Guerra a Gaza, leader di Hamas atteso al Cairo per tregua, Biden valuta riconoscimento Stato palestinese
Possibile giorno di svolta, con uno dei capi di Hamas atteso oggi al Cairo per discutere di una nuova tregua. Mentre crescono le tensioni nel Mar Rosso tra Stati Uniti e ribelli yemeniti Houthi.
Era novembre quando scattò la prima e unica tregua del conflitto in corso nella Striscia di Gaza. Oggi potrebbe essere una giornata importante per vederne scattare un’altra tra Israele e Hamas. Intanto, sale la tensione nel Mar Rosso e gli Usa si dicono pronti a finanziare nuovamente l’UNRWA.
Trovato un altro tunnel a Khan Yunis
L’esercito israeliano ha trovato un altro tunnel dove erano nascosti ostaggi israeliani a Khan Yunis. Per l’Idf, il tunnel scoperto era lungo circa 830 metri: è stato distrutto.
Media israeliani: “Il governo vuole limitare gli aiuti umanitari”
Secondo Channel 12, canale tv israeliano, una parte del governo israeliano rappresentato da Benny Gantz e Gadi Eisenkot vorrebbe limitare gli aiuti umanitari a Gaza, nell’ottica di indebolire Hamas.
Secondo una fonte, molti aiuti umanitari finirebbero nelle mani dei terroristi.
Il Ministro degli Esteri Cameron: “La Gran Bretagna potrebbe riconoscere la Palestina”
David Cameron, ministro degli Esteri britannico, in un’intervista all’Associated Press ha affermato che la Gran Bretagna potrebbe riconoscere la Palestina, a patto che Hamas non resti più al potere. Ciò potrebbe anche avvenire senza che ci sia un negoziato fra Israele e palestinesi riguardo la soluzione a due stati.
Fonti libanesi di Hamas: “Tregua ancora in alto mare”
Un esponente libanese di Hamas, Osama Hamdan, ha negato la notizia per la quale i negoziati fra la sua organizzazione terroristica ed Israele fossero giunti a buon punto.
“Sono stati fatti diversi tentativi di raggiungere un accordo, ma sono stati sempre frustrati dall’occupazione“.
Usa, i nomi dei 4 coloni israeliani sanzionati
Malki discute con il ministro degli Esteri neozelandese della situazione catastrofica che Gaza deve affrontare
Il ministro degli Affari esteri e degli espatriati Riyad al-Malki ha ricevuto una telefonata dal ministro degli Esteri neozelandese Winston Peter, durante la quale hanno discusso della situazione catastrofica in cui versa la Striscia di Gaza alla luce della situazione in corso la devastante aggressione israeliana.
Palestinese ferito dai proiettili delle forze israeliane a Hebron
Un uomo palestinese oggi è stato colpito e ferito dopo che l’IDF ha aperto il fuoco contro il suo veicolo nella città di Hebron, secondo fonti locali.
Israele valuta tagli a aiuti umanitari a Gaza
I ministri del gabinetto di guerra di Israele stanno valutando la possibilità di limitare la quantità di aiuti che raggiungono Gaza. Lo riporta il canale israeliano Channel 12.
Usa pronti ada attaccare obiettivi in Iraq e Siria
Piani per attaccare alcuni obiettivi in Iraq e Siria sarebbero stati approvati dagli Stati Uniti.
È quanto riporta ‘Cbs News’ spiegando che gli attacchi avrebbero una durata di alcuni giorni e che gli obiettivi comprenderebbero personale e strutture iraniane.
I piani fanno parte della rappresaglia statunitense dopo l’attacco con droni di domenica scorsa in Giordania, nel quale sono rimasti uccisi tre soldati americani.
Scontro a fuoco tra Hezbollah ed esercito israeliano al confine tra Israele, Libano e Siria
Fonti libanesi riferiscono di uno scontro a fuoco che si è verificato nella giornata di oggi tra gli Hezbollah libanesi e soldati dell’esercito israeliano.
Lo scontro è avvenuto nei pressi delle Fattorie di Shebaa, al confine tra Israele, Libano e Siria.
I miliziani Hezbollah hanno sparato due razzi contro postazioni israeliane sull’altopiano di Shebaa. All’attacco hanno risposto le truppe israeliane, che hanno fatto fuoco verso le aree di Bastarra, Hebbariye e Rashaya al Fukhar, nell’entroterra libanese.
Israele contro UNRWA: “È Hamas con restyling, ha perso legittimità”
Yoav Gallant, ministro della Difesa israeliano, torna ad attaccare l’UNRWA (l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi).
Dopo le accuse che alcuni suoi membri avrebbero appoggiato l’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso, Gallant ritiene che l’agenzia sia solo “Hamas con un restyling” e che abbia “perso la sua legittimità di esistere nella sua forma attuale“.
Gallant accusa l’UNRWA di aver utilizzato “fondi provenienti da Paesi di tutto il mondo […] per rafforzare le infrastrutture del terrorismo e per pagare i terroristi” e ha ribadito che gli obiettivi di Israele nel conflitto restano gli stessi: lo smantellamento di Hamas e il recupero di tutti gli ostaggi.
Biden pronto a sanzionare i coloni israeliani
Secondo quanto riporta ‘Politico’, citando come fonte un funzionario del Congresso Usa, il presidente americano Joe Biden starebbe per emettere una sanzione nei confronti dei coloni israeliani colpevoli di attacchi e violenze ai danni dei palestinesi in Cisgiordania.
Il provvedimento è atteso per la giornata di oggi.
Cameron a Beirut per “ristabilire calma” tra Israele e Libano
David Cameron, ministro degli Esteri britannico, si trova a Beirut insieme ad altri leader occidentali per discutere i “modi per ristabilire la calma” al confine tra Israele e Libano, scosso dai continui combattimenti tra miliziani Hezbollah ed esercito israeliano.
È quanto ha riferito l’ufficio del primo ministro libanese Najib Mikati il quale ha detto che il suo Paese “sostiene l’attuazione alla lettera delle risoluzioni internazionali e la continua cooperazione tra l’esercito e la Forza interinale delle Nazioni Unite in Libano (Unifil)“.
A Gaza fossa comune con 30 cadaveri di palestinesi
È stata ritrovata a Gaza una fosse comune contenente 30 corpi in decomposizione di detenuti palestinesi. Le autorità palestinesi hanno subito richiesto un’indagine internazionale sulla vicenda.
Secondo le dichiarazioni di alcuni testimoni rilasciata ad ‘Al Jazeera’, i corpi erano riposti in dei sacchi neri, bendati e ammanettati, e presentavano segni di tortura.
L’inviato dell’emittente, Tareq Abu Azzoum, spiega che “le condizioni di questi corpi vanno da gravemente decomposti a semplici resti scheletrici rendendo difficile identificarli“, ma che questo non impedisce alle persone di recarsi sul posto, in cerca di risposte.
Fonte palestinese: “Hamas non respingerà l’accordo ma farà ulteriori richieste”
L’agenzia di stampa Reuters riporta le dichiarazioni di una fonte palestinese che ha detto di non aspettarsi un rifiuto da parte di Hamas della proposta di accordo che gli viene presentata in queste ore.
Tuttavia, la fonte ritiene che i capi dei miliziani non accetteranno il testo così com’è, ma avanzeranno ulteriori richieste.
“Mi aspetto che Hamas non respinga il documento, ma che non dia nemmeno un accordo decisivo“, sostiene la fonte che poi, a proposito delle ulteriori richieste di Hamas, parla della necessità che “Israele si impegni a porre fine alla guerra a Gaza e a ritirarsi completamente dall’enclave“.
Media egiziani: Israele ha rilasciato 114 prigionieri palestinesi
L’emittente televisiva egiziana ‘Al-Qahira Al-Ikhbariya’ riporta che le autorità israeliane avrebbero rilasciato 114 prigionieri palestinesi, tra cui quattro donne.
La liberazione sarebbe avvenuta attraverso il valico di Kerem Shalom, al confine tra Israele e la Striscia di Gaza, ma non è chiaro se il rilascio faccia parte di un accordo sullo scambio di prigionieri tra Israele e Hamas.
Ministro Esteri dello Yemen a Ue: “Aumentare pressione su Houthi”
Il ministro degli Esteri dello Yemen ha esortato l’Unione Europea ad aumentare la pressione sugli Houthi, responsabili degli attacchi alle navi commerciali nel Mar Rosso.
Queste le parole rilasciate ai giornalisti da Ahmed Awad bin Mubarak, prima di incontrare i funzionari dell’UE:
“Colpire solo gli Houthi non sarà sufficiente. Abbiamo bisogno di soluzioni a medio e lungo termine. L’Ue ha sbagliato approccio, deve esercitare maggiori pressioni sugli Houthi, ad esempio designandoli come gruppo terroristico. La loro argomentazione è che se adottano questo approccio, la situazione umanitaria peggiorerà ma questo approccio non ha funzionato. Gli Houthi continuano a ricattare la comunità internazionale e la situazione umanitaria non è migliorata. Gli Houthi non si fermeranno mai. Hanno la convinzione ideologica che come gruppo hanno un diritto divino di governare nello Yemen”.
UNRWA: “Senza fondi, rischio chiusura entro febbraio”
L’UNRWA, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, potrebbe chiudere entro la fine di febbraio.
È quanto dichiara Philippe Lazzarini, il capo dell’Unrwa, dopo che 13 Paesi donatori hanno deciso di sospendere i finanziamenti a seguito delle accuse di Israele circa il coinvolgimento di alcuni funzionari dell’agenzia nell’attentato di Hamas del 7 ottobre scorso.
“Se i finanziamenti rimangono sospesi, molto probabilmente dovremo cessare le nostre operazioni entro la fine di febbraio, non solo nella Striscia di Gaza, ma anche in tutta la regione”.
Allarme della Gran Bretagna, incidente a 57 miglia da coste dello Yemen
La United Kingdom Maritime Trade Operations, organizzazione che gestisce e monitora il commercio marittimo della Gran Bretagna, ha segnalato un incidente nel Mar Rosso a 57 miglia nautiche dalle coste dello Yemen.
Il comunicato afferma che le autorità britanniche stanno indagando sull’accaduto, mentre l’agenzia Reuters ha comunicato che l’imbarcazione e l’equipaggio sono salvi, ma ha riferito di un’esplosione “a una certa distanza” dal lato di dritta dell’imbarcazione.
Delegazione Israele ieri al Cairo per negoziare la tregua
Secondo alcune fonti, ieri al Cairo per negoziare il nuovo accordo per una tregua era presente anche una delegazione israeliana di alto livello.
Ad accompagnare la delegazione erano alcuni funzionari di un’agenzia di sicurezza egiziana.
I contenuti del colloquio hanno riguardato la ricerca di un accordo sul cessate il fuoco e per lo scambio di ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi.
Netanyahu studia piano per distribuire aiuti a Gaza al posto dell’UNRWA
Il ministro delle finanze israeliano Bezalel Smotrich annuncia l’intenzione del primo ministro Benjamin Netanyahu di studiare un piano affinché sia Israele a farsi carico degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, in sostituzione dell’UNRWA.
La notizia arriva dopo le accuse israeliane all’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi circa un coinvolgimento di alcuni suoi membri negli attentati di Hamas del 7 ottobre scorso.
Smotrich spiega che sarebbe l’Idf a distribuire aiuti e cibo ai residenti di Gaza, evitando, inoltre, che questi finiscano nella mani dei guerriglieri.
Israele intima l’evacuazione dell’area a ovest di Gaza City
L’esercito israeliano sta intimando agli abitanti di Gaza di evacuare immediatamente l’area a ovest di Gaza City, compresi i campi profughi di Shati, Rimal e Sabra.
‘Ynet News’ che riporta la notizia, scrive che le forze armate di Israele stanno chiedendo alla popolazione palestinese di abbandonare la zona attraverso il corridoio umanitario per recarsi nelle zone sicure.
Manifestanti israeliani bloccano camion di aiuti per Gaza al porto di Ashod
La partenza dal porto di Ashod di alcuni camion che trasportavano aiuti destinati alla Striscia di Gaza è stata bloccata da alcuni manifestanti israeliani, questa mattina.
Si tratta dell’ennesimo gesto di protesta simile, dopo quelli al valico di Kerem Shalom.
Gli attivisti israeliani chiedono che non siano più inviati aiuti a Gaza finché non sarà ultimato il rilascio dei 136 ostaggi ancora prigionieri di Hamas.
Stando ai cronisti presenti, i manifestanti avrebbero attaccato i conducenti arabi dei camion, urlandogli: “Io sono il padrone, tu sei lo schiavo“.
Now in the Ashdod port: the police are saying aid to Gaza doesn’t go out from here, the right wing protesters are checking the cargo manifest of every truck pic.twitter.com/GI4ikbYsYf
— Oren Ziv (@OrenZiv_) February 1, 2024
Tajani: “Missione Ue nel Mar Rosso grazie all’Italia”
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani rivendica il ruolo svolto dall’Italia per il lancio della missione di pace nel Mar Rosso.
Intervistato da ‘ReStart’ su Rai3, il vicepremier ha ufficializzato la missione ‘Aspides’ “ormai formalizzata” e ha dichiarato che il nostro Paese è stato il primo a muoversi in tal senso, sostenendo che “se c’è la decisione di dar vita a una missione europea nuova, per proteggere i mercantili che lo attraversano, il risultato è grazie all’Italia“.
Borrell: “Importante continuare a finanziare UNRWA”
Sul caso della UNRWA (l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi), le indagini sono una cosa, i finanziamenti un’altra.
Lo dice chiaramente Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione europea per la Politica estera, incontrando i cronisti al suo arrivo a Bruxelles per il vertice straordinario, durante il quale sottolineerà l’importanza di “continuare a sostenere l’Unrwa“.
“L’indagine deve essere fatta, ma non possiamo dare una punizione collettiva al popolo palestinese. L’Unrwa non può fermarsi dal lavorare altrimenti centinaia di migliaia di persone moriranno. Se si tagliano i fondi all’Unrwa, si punisce l’intero popolo palestinese“.
Crosetto: “Più di 30 attacchi Houthi nel Mar Rosso negli ultimi due mesi”
Il ministro della Difesa Guido Crosetto, riferendo alle Commissioni Difesa di Camera e Senato, ha dichiarato che i ribelli Houthi hanno condotto “più di 30 attacchi negli ultimi due mesi” nel Mar Rosso.
Attacchi “di natura militare“, denuncia il ministro, sempre più frequenti e pericolosi, che denotano un preoccupante salto di qualità nella loro azione.
In merito alla missione dell’Ue ‘Aspides’ nel Mar Rosso, Crosetto ha confermato la presenza di almeno una nave italiana per 12 mesi, aggiungendo la possibilità di inviare anche aerei con compiti di sorveglianza.
“L’azione diplomatica – ha concluso il ministro – deve andare avanti di pari passo con quella militare“.
Houthi rivendicano attacco a mercantile Usa nel Mar Rosso
Resta alta la tensione nel Mar Rosso, con i ribelli yemeniti Houthi che rivendicano l’attacco a un’imbarcazione mercantile battente bandiera statunitense, come riportato dalla Bbc.
Si tratterebbe della nave portacontainer KOI che avrebbe segnalato un’esplosione a bordo mentre navigava a sud del porto di Aden, nello Yemen.
Yahya Sarea, portavoce militare dei ribelli Houthi, ha dichiarato che i combattenti del gruppo militare avevano preso di mira il mercantile, attaccandolo con dei missili.
NYT, Biden verso il riconoscimento dello Stato palestinese
Secondo il giornalista del ‘New York Times’ Thomas Friedman, il presidente americano Joe Biden starebbe rivedendo la propria politica sul Medio Oriente che andrebbe in una direzione totalmente nuova rispetto al passato.
Il reporter ritiene, infatti, che il presidente Usa starebbe seriamente pensando alla proposta di creazione di uno Stato palestinese smilitarizzato, che coinvolgerebbe i territori della Cisgiordania e della Striscia di Gaza.
Fondamentale per la creazione del nuovo Stato è che i palestinesi si dotino di istituzioni credibili, capaci di reprimere ogni forma di minaccia verso Israele. Altrettanto importante, poi, sarà il contributo dell’Arabia Saudita e i suoi legami con Israele, oltre a una posizione militarmente ostile verso l’Iran e i suoi alleati.
Leader di Hamas atteso oggi al Cairo per discutere nuova tregua
Ismail Haniyeh, uno dei capi di Hamas, dovrebbe giungere oggi al Cairo per discutere di una nuova proposta di tregua nel conflitto a Gaza.
La proposta è il risultato del lavoro di mediazione svolto durante i colloqui di Parigi della scorsa settimana.
Il testo prevedrebbe un cessate il fuoco di 6 settimane, durante le quali ci sarebbe il graduale rilascio degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas e l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.
Anche la ricostruzione della Striscia di Gaza sarebbe uno dei temi previsti dall’accordo.
Presidente Colombia disponibile come mediatore per “commissione di pace”
Gustavo Petro, presidente della Colombia, si è detto disponibile a svolgere un ruolo di mediazione per il rilascio degli ostaggi israeliani tenuti prigionieri da Hamas.
Petro risponde così all’invito del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che aveva chiesto alla Colombia di fare pressione per il rilascio degli ostaggi.
Il presidente colombiano, che ha accusato Israele di stare commettendo “un genocidio” nella Striscia di Gaza, propone, quindi, “la creazione di una Commissione per la pace composta da diversi Paesi per garantire il rilascio degli ostaggi e raggiungere l’obiettivo di porre fine del conflitto in corso tra Israele e Palestina“.
Per l’Onu gli Usa pronti a rifinanziare UNRWA
Gli Stati Uniti si dicono pronti a tornare a finanziare l’UNRWA, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, a patto che ci siano le “giuste condizioni”.
A dirlo è l’ambasciatrice Usa all’Onu, Linda Thomas-Greenfield, che ha ricordato come la sospensione dei finanziamenti fosse solo temporanea, a seguito delle accuse di Israele secondo cui alcuni funzionari dell’Agenzia sarebbero stati coinvolti nell’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso.
L’ambasciatrice ha ricordato il prezioso lavoro svolto dall’UNRWA nel territorio:
“Noi sappiamo – ha dichiarato a margine di un incontro al Palazzo di Vetro – che questa agenzia garantisce servizi vitali in condizioni incredibilmente difficili e dà un contributo decisivo alla stabilità della regione. Per questa ragione – ha aggiunto – e per il bene di milioni di civili palestinesi che dipendono dai servizi di Unrwa, è vitale che le Nazioni Unite assumano velocemente iniziative perché chi ha compiuto atti criminosi ne risponda, in modo da riportare fiducia nell’agenzia“.