Il caso di Ilaria Salis, italiana sotto processo in Ungheria per aver aggredito neonazisti a Budapest, ha provocato indignazione e sollevato interrogativi sul sistema carcerario del paese. Il sentimento dell’opinione pubblica ha fatto il giro del web, diffondendosi insieme alle immagini di Salis, legata e incatenata in aula: un acceso dibattito sulla condizione della detenuta e sulle pratiche legali ungheresi continua a far parlare gran parte d’Europa e il governo ungherese ha risposto, difendendo il proprio sistema carcerario.
Caso Salis, il governo ungherese in difesa del sistema carcerario ungherese
Il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs, si è concentrato sul trattamento riservato a Ilaria Salis, respingendo le accuse di condizioni disumane. Ha, anzi, sottolineato la gravità dei reati imputati a Salis e ha affermato che le misure adottate sarebbero proporzionate alla situazione. Lo avrebbe fatto attraverso un post su X:
“Sì, è stata incatenata in aula, e sì, ha trascorso 11 mesi di detenzione. Ma possiamo parlare di condizioni ‘disumane’? No, non proprio […] I reati in questione sono gravi (…) e le misure sono appropriate”.
La chiamata di Giorgia Meloni a Orban
La premier italiana, Giorgia Meloni, ha preso posizione sulla vicenda, telefonando al primo ministro ungherese Viktor Orban. Ha espresso preoccupazione per il trattamento di Salis, che sempre di più viene definito “inappropriato”. Crescono in questi giorni gradualmente le tensioni tra i membri dell’Unione Europea in merito agli standard carcerari e alle pratiche legali.
Sapevi che il padre di Ilaria Salis ha scritto alla presidente del consiglio?