Per 35 anni, Rachele Guidi fu compagna e poi moglie di Mussolini, ma sorprendentemente il suo cognome è spesso trascurato rispetto a figure come la Petacci o la Dalser, suscitando addirittura dispiacere per alcune di queste donne. Di solito, il ruolo dell’amante, capace di mettere a rischio una famiglia, viene considerato disdicevole, e di solito si parteggia per la moglie. Tuttavia, questo non è il caso di Rachele, che nella storia è sempre stata una sorta di comparsa. Diamo uno sguardo più approfondito alla sua storia.

Chi era Rachele Guidi?

Rachele Guidi nacque a Predappio l’11 aprile 1890, ultima di cinque figlie di una famiglia contadina. Le condizioni economiche già precarie peggiorarono dopo la morte del padre nel 1898. La madre Annina si trasferì a Forlì, dove Rachele iniziò a lavorare in una famiglia, abbandonando la scuola. Nel 1901 conobbe Benito Mussolini, appena diplomato maestro, mentre occasionalmente sostituiva la madre Rosa Maltoni nell’insegnamento.

Dopo la morte di Rosa nel 1905, il padre di Benito, Alessandro, aprì la trattoria Il Bersagliere a Forlì e assunse Annina come cuoca. La relazione di lavoro tra Annina e Alessandro si trasformò in una relazione personale, e Rachele si ritrovò a convivere con loro. Nel 1908, al ritorno di Mussolini a Forlì dopo un periodo in Svizzera, i due si innamorarono. Sebbene i genitori di entrambi fossero contrari all’unione, nel 1909 Mussolini minacciò un omicidio-suicidio se non avessero permesso loro di vivere insieme. Nel gennaio 1910 iniziò la convivenza in un appartamento a Via Merenda, dove nacque la loro prima figlia, Edda, nel settembre successivo.

Alla morte del padre di Benito nel novembre 1910, si unì alla coppia Annina, e la famiglia si trasferì in una casa più grande a Via Albicini. Tuttavia, la situazione economica era difficile, con tre adulti, una bambina e solo lo scarso stipendio di maestro di Mussolini, appena integrato dai modesti compensi per la collaborazione con i giornali “Il Popolo” di Trento e “l’Avanti” di Forlì.

Nel 1912, grazie all’impegno politico e alla crescente fama, Mussolini divenne direttore dell’Avanti e si trasferì a Milano. Rachele rimase a Forlì, ma la solitudine o forse un’intuizione la spinsero a raggiungere il marito con Edda e Annina. Si stabilirono in un modesto appartamento a Via Castelmorrone 19, ma la situazione economica era ancora difficile, con scarse risorse anche per il trasporto dei mobili.

Rachele, pur avendo limitate competenze di lettura e scrittura e con discorsi che spaziavano dall’italiano al dialetto, dimostrava orgoglio e determinazione. Tuttavia, dovette affrontare le sfide quando, accompagnando Edda a prendere il marito al giornale, si trovava faccia a faccia con donne come Angelica Balabanoff, vice direttrice e amante di Mussolini, Margherita Sarfatti, scrittrice e anch’essa amante di Benito, o Leda Rafanelli, anarchica e scrittrice futurista, tutte donne colte e raffinate.

Nel 1914, Mussolini, famoso neutralista, cambiò posizione diventando interventista, perdendo la direzione dell’Avanti e il lavoro. Fondò “Il Popolo d’Italia” con fondi dalla Francia, e Rachele faceva il giro delle edicole la mattina presto per esporre il giornale.

Durante la guerra, Mussolini partì per il fronte, ma doveva anche confrontarsi con Ida Dalser, che nel 1914 si era presentata da Rachele dichiarando di essere la vera moglie di Benito. Nel novembre 1915, dalla relazione di Mussolini con la Dalser nacque un figlio. Nel 1914, durante una visita della Dalser, Rachele tentò il suicidio.

Quando e com’è morta Rachele Guidi?

Rachele Guidi è morta il 30 ottobre 1979 a Forlì. Non sono note le cause della morte.

In seguito al decesso, Rachele è stata sepolta accanto al consorte nella cripta di famiglia del cimitero di Predappio.