Dietro la svolta autoritaria impressa da Benito Mussolini al fascismo, secondo Paolo Cacace, editorialista e quirinalista de ‘Il Messaggero’, si celerebbe una fastidiosa ulcera che avrebbe accelerato gli eventi della ‘secessione aventiniana’ e del ‘colpo di Stato’ del 3 gennaio ’25. Cacace ha condotto un’inchiesta basata su documenti inediti dall’archivio di Luigi Federzoni, ex ministro degli Interni, rivelando dettagli sulla salute malandata di Mussolini tra il 1924 e il 1926 e sui tentativi di spodestarlo.
Che malattia aveva Benito Mussolini?
Secondo Cacace, una brutta ulcera duodenale ha causato problemi significativi a Mussolini, nonostante la sua immagine pubblica di leader forte. Il Duce, apparentemente in salute, soffriva di crisi, vomito di sangue, collassi e svenimenti.
Nel febbraio del 1925, subito dopo il discorso del 3 gennaio in cui Mussolini optò per una stretta sul fascismo, ebbe la prima di queste crisi. Dopo questo episodio, Mussolini scomparve per un mese, ufficialmente influenzato, ma in realtà si nascose a Palazzo Tittoni, dove riceveva le sue amanti, tra cui Margherita Sarfatti.
Durante la malattia, medici dell’epoca, inclusi i fratelli Bastianelli, furono divisi sull’opportunità di un intervento chirurgico. Mussolini, desideroso di prepararsi al processo per l’omicidio di Matteotti, ritardò la decisione. Una rivelazione chiave di Cacace è il coinvolgimento di Margherita Sarfatti e del medico ebreo Bellom Pescarolo. Sarfatti raccontò a Federzoni delle crisi di Mussolini, testimoniando il suo dolore. Nonostante le raccomandazioni di Pescarolo per l’intervento, Mussolini rifiutò. Federzoni, nel ’25, comunicò a Sarfatti che Mussolini non voleva sottoporsi all’operazione.
La storia suggerisce che la malattia di Mussolini e le lotte di potere interne al regime contribuirono alla sua sopravvivenza e al successo nella politica. Federzoni, nonostante la sua difesa di Mussolini, venne retrocesso nel ’26 e successivamente emarginato. Mussolini, nel frattempo, si liberò sia di Farinacci che di Federzoni. L’ulcera continuò a tormentare il Duce, ma alla fine non fu determinante nella sua morte, avvenuta nel 1945 per fucilazione.