Preso l’ultimo del commando dell’omicidio del boss De Bernardo a Somma Vesuviana nel 2015, vendetta del clan Sibillo. Quell’11 novembre 2015, a Somma Vesuviana, era presente. Svolgeva il ruolo di conducente, accompagnando il commando di sicari che mirava ad eliminare Vincenzo De Bernardo, capo del clan Mazzarella.

Un agguato orchestrato da una confederazione di clan con l’obiettivo duplice di contrastare la potente cosca di camorra e di vendicarsi per aver fornito rifugio a uno degli assassini di Emanuele Sibillo. Secondo le indagini degli inquirenti, l’azione eseguita oggi dai carabinieri di Castello di Cisterna chiude il cerchio sugli artefici della vendetta del clan Sibillo per la morte dei “ES17”.

Francesco Pio Corallo, ritenuto uno degli eredi del giovane capo, già detenuto e gravemente indiziato di omicidio con finalità mafiose, detenzione e porto illegale di armi da fuoco in luogo pubblico, è il destinatario della misura cautelare.

Il periodo coincide con la faida di camorra tra i Sibillo, affiliati alla paranza dei bimbi, un gruppo satellite del clan Contini collegato all’Alleanza di Secondigliano e alleato dei Rinaldi, e i Buonerba, conosciuti come i “Barbudos”, legati ai Mazzarella. Giorni in cui gli episodi di violenza si moltiplicano, con omicidi mirati e agguati che si susseguono incessantemente.

Chi ha ucciso Emanuele Sibillo?

Il 2 luglio 2015, Emanuele Sibillo, leader del clan insieme al fratello Pasquale, viene assassinato in un agguato a via Oronzio Costa; colpito da un proiettile alla schiena, muore poco dopo al Pronto Soccorso del Loreto Mare. Questo omicidio si rivelerà fondamentale nella mitizzazione della figura di ES17.

Uno dei sicari coinvolti è Roberto De Bernardo, affiliato ai Buonerba, che scompare dalla circolazione dopo l’omicidio. La sua fuga dal centro di Napoli è dettata dalla minaccia di vendetta dei Sibillo, una minaccia che presto si concretizza. Durante la sua latitanza, si suppone che sia stato aiutato dallo zio, Vincenzo Buonerba, capo dei Mazzarella, che gli avrebbe offerto riparo a Somma Vesuviana. Tuttavia, la paranza dei bimbi scopre presto il suo nascondiglio e, prima di ucciderlo tra i palazzi, effettua dei sopralluoghi in moto alla ricerca del bersaglio.

Nel 2019, sono stati emessi mandati di cattura per sei individui in relazione all’omicidio di Vincenzo De Bernardo. Le indagini indicano che si trattò di una vendetta dei Sibillo, ma coinvolsero anche altri clan, che si unirono contro i Mazzarella. Tra gli indagati, successivamente giudicati, figurano Ciro Rinaldi, capo dell’omonimo clan, che avrebbe voluto l’omicidio sia per compiacere i Sibillo sia per favorire il suo alleato, il boss Luigi Esposito ‘o Sciamarro, in contrasto con De Bernardo per il controllo di Marigliano; Enza Maione e Luisa De Stefano, quest’ultima considerata anche mandante, delle “Pazzignane”, il clan composto da donne di Napoli Est, che avrebbero indicato ai sicari la presenza della vittima.

L’esecutore materiale dell’omicidio, insieme a un complice ancora non identificato, sarebbe stato Michele Minichini, figlio del boss Ciro Minichini e di Anna De Luca Bossa. L’ultimo membro del gruppo sarebbe Francesco Pio Corallo, il quale in quella circostanza avrebbe svolto il ruolo di autista; la misura cautelare è stata notificata presso la casa circondariale di Prato, dove è già detenuto per altre accuse.