Cos’è il car surfing? Si tratta una pericolosa sfida sempre più di moda tra i giovani.

Il nome di questa sfida è salito alla ribalta dopo la tragedia di un gruppo di giovani della provincia di Treviso. Poche ore fa i medici del reparto di Rianimazione dell’ospedale di Treviso hanno infatti dichiarato il decesso del 18enne Lorenzo Pjetrushi.

Il ragazzo non è sopravvissuto al drammatico incidente avvenuto il 20 gennaio scorso a Cimaldolmo, poco distante dal luogo di residenza. Dopo 9 giorni di agonia il suo cuore ha cessato di battere.

Lorenzo non è però morto per una pura fatalità stradale ma in una sfida chiamata car surfing per misurare il proprio coraggio.

Secondo le prime ricostruzioni il gruppo di amici stava festeggiando il compleanno del cugino della vittima. Arrivati in via dello Sport, il 18enne, che frequentava l’ultimo anno di un istituto tecnico ad Oderzo, ha tentato la folle pratica.

Sarebbe quindi caduto ed investito dal cugino che era al volante. Lorenzo, di origini albanesi e residente ad Ormelle con la famiglia, ha così pagato con la vita la decisione di sperimentare il car surfing.

Cos’è il car surfing: in cosa consiste

L’espressione anglosassone adottata per descrivere questa pratica dà un’idea sufficiente chiara anche nella nostra lingua. Il soggetto deve mantenersi in posizione approssimativamente eretta sul tettuccio dell’abitacolo o sopra il cofano motore di un’automobile mentre questa è in movimento.

Per questo motivo chi esegue questa pericolosissima tecnica sembra praticare il surf. La sfida consiste perciò in tenersi il più possibile in equilibrio e non cadere dal veicolo in corsa.

Dove ha origine

Il car surfing è stato inventato negli Stati Uniti la scorsa estate e in breve tempo ha acquisito una notevole popolarità tra i più giovani grazie alla condivisione su TikTok. Il gesto si è perciò trasformato in una assurda prova di coraggio o una challenge con cui sfidare gli amici.

Il car surfing è estremamente pericoloso e rimane molto diffuso nonostante le autorità statunitensi abbiano più volte dissuaso i tentativi di emulazione.

La prima persona a perdere la vita nell’esecuzione di questa pericolosa pratica è stato un ragazzino di soli 16 anni a Quarry Drive, nel Colorado.

Il giovanissimo era deceduto in ospedale qualche giorno dopo a causa delle terribili ferite riportate nella caduta.

Subito dopo la tragedia, lo sceriffo della contea di Douglas aveva lanciato un accorato appello ai più giovani spiegando che nessun brivido o scarica di adrenalina giustifichi il perdere la vita in questo modo.

Sebbene le autorità si siano poi impegnate nel sensibilizzare i più giovani facendo capire loro che il car surfing è potenzialmente mortale, si sono comunque registrati numerosi altri episodi.

I rischi del car surfing

Il car surfing mette seriamente in pericolo la sopravvivenza di chi lo compie. I rischi sono molteplici. Il soggetto in equilibrio in posizione di surfing potrebbe cadere dall’automobile in movimento.

Il corpo verrebbe così proiettato senza alcun controllo verso l’asfalto o contro i tanti ostacoli presenti a bordo strada.

In altri casi, come capitato a Lorenzo Pjetrushi, il soggetto viene sbalzato in avanti e il guidatore dello stesso veicolo surfato non ha possibilità di arrestarsi. L’automobile finisce dunque per colpire ed investire la persona caduta.

Purtroppo la challenge sembra aver preso piede anche in Italia. L’episodio di Cimaldolmo non è infatti l’unico accaduto sul nostro territorio.

Qualche giorno fa un 20enne di Campolongo Tapogliano, in provincia di Udine, è stato trasportato in codice rosso dopo un maldestro tentativo di car surfing. Il giovane avrebbe riportato un trauma cranico causato dalla rovinosa caduta sull’asfalto.

Quel che preoccupa maggiormente non è soltanto come i giovani non riescano a rendersi conto che il car surfing possa risultare pericoloso per la propria incolumità ma soprattutto il fatto che la motivazione vada ricercata nell’acquistare l’approvazione di amici e la notorietà sui social.