Pensioni, donne penalizzate e poche uscite nel 2024 con opzione donna, quota 103 e Ape sociale. Peraltro, le previsioni fino al 2026 sono allarmanti. A tracciare l’andamento dei pensionamenti di questo e dei prossimi anni con canali di uscita anticipata rispetto alle opzioni della riforma Fornero (pensione di vecchiaia a 67 anni e pensione anticipata con 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, un anno in più per gli uomini), è la Cgil. Il sindacato fa i conti di quante saranno le lavoratrici a poter uscire in anticipo nel 2024, dal momento che, anche i canali di uscita anticipata, sono stati incrementati in fatto di paletti e di restrizioni dalla recente legge di Bilancio.

E, dunque, non solo l’assegno di pensione risulta decurtato per le lavoratrici in rapporto a quello degli uomini, come certificato qualche giorno fa dall’Inps, ma la disparità si nota, eccome, anche in rapporto a chi può uscire dal lavoro in anticipo. Anche se, il contesto delle pensioni italiane, è quello di una generale difficoltà ad agganciare una valida misura di prepensionamento.

Pensioni, donne penalizzate e poche uscite nel 2024 con opzione donna, quota 103 e Ape sociale: chi esce?

I numeri dicono che le donne, anche sulle pensioni, sono danneggiate, sia per le previsioni dei futuri assegni di pensione, sia per la possibilità di accedere a misure previdenziali di anticipo. Il quadro che esce dalla legge di Bilancio 2024 è quello di una generale e penalizzante possibilità di prepensionamento. Ma la Cgil ha posto l’attenzione sulle strette a carico delle lavoratrici.

Nel focus del sindacato, infatti, si conteggiano appena 3.760 lavoratrici in uscita con opzione donna, Ape sociale e quota 103 nel 2024. La misura di accesso esclusivo delle donne quest’anno è aggravata sui requisiti anagrafici di un anno. Si esce a 61 anni unitamente a 35 anni di contributi e, come da oltre dieci anni a questa parte, si deve accettare il ricalcolo dei versamenti con il sistema previdenziale contributivo puro.

Pensioni donne: opzione donna, Ape sociale e quota 103, quante uscite nel 2024?

L’Ape sociale, invece, sia per gli uomini che per le donne, prevede l’aumento di cinque mesi del requisito anagrafico. Si esce a 63 anni e cinque mesi, rispetto ai 63 anni in vigore fino al 31 dicembre 2023. In più bisogna avere 30 anni di contributi (se disoccupati, caregiver o invalidi al 74%) o di 36 anni per chi proviene da lavori faticosi e gravosi.

La quota 103 è sempre più un’opzione che, dal 1° gennaio 2024, ha un costo elevato. Infatti, chi ha 62 anni unitamente a 41 anni di contributi, può agganciare questo canale di uscita anticipata se accetta il ricalcolo dei versamenti con il metodo contributivo puro e altre strette sul trattamento mensile. Di certo, per platee come quelle di opzione donna e quota 103 che rientrano nel sistema misto, la perdita dei contributi “retributivi” comporta un costo sul quale sarà utile fare più di qualche ragionamento.

Pensione anticipata fino al 2026, quali previsioni di uscita?

Tutte le ragioni sopra esposte faranno in modo da limitare e limare le uscite anticipate delle donne al minimo possibile. Se le previsioni della Cgil parlano di 3.760 lavoratrici in uscita con i tre canali nel 2024, le previsioni del governo considerando anche gli uomini parlavano – a fine novembre scorso – di appena 31.700 uscite totali con opzione donna, Ape sociale e quota 103. Il rapporto tra lavoratrici e lavoratori parla, dunque, di poco più di un’uscita di una donna ogni 10 pensionamenti degli uomini.

E, fino al 2026, le previsioni non sono rosee. Infatti, la Cgil parla di una riduzione già in corso dei pensionamenti anticipati delle lavoratrici. Dal 2022 al 2026 la riduzione delle donne ammesse ai canali di uscita anticipata è del 72,5 per cento, quantificabile in una caduta da 107.520 a 29.556. Ecco chi sono e quando escono i nati tra il 1857 e il 1970.