Tra gli esponenti dell’opposizione maggiormente critici rispetto alla linea di condotta seguita dal governo italiano sul caso di Ilaria Salis c’è la senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi. E proprio nella vicenda della 39enne insegnante milanese detenuta in Ungheria con l’accusa di aver gravemente malmenato due neonazisti, la parlamentare trova analogie con le polemiche che continuano a interessare la battaglia della sua famiglia per fare luce sulla morte di suo fratello Stefano.
Cucchi: “Grave che il governo si accorga solo ora di Ilaria Salis. E perché la macchina del fango?”
Sì, fa tanto discutere la vicenda di Ilaria Salis. Ma perché solo ora? – si chiede la senatrice Cucchi – Voglio ricordare che Salis è rinchiusa in quel carcere di Budapest, dove vengono violati tutti i suoi diritti elementari, sin dal febbraio 2023. Il governo avrebbe dovuto muoversi prima, intervenire prima dell’appello pubblico lanciato da AVS nel corso di una conferenza stampa organizzata lo scorso 10 gennaio.
“Mai fare politica sulla pelle della gente“, ammonisce Cucchi, che precisa le sue posizioni.
Non lo stiamo facendo e non stiamo nemmeno chiedendo che si sottragga al processo, ma che vengano rispettati i suoi diritti. Visto che il motto di questo esecutivo è “Prima gli italiani“, si ricordi che anche Ilaria è italiana e che va riportata nel suo Paese, dove possiamo ancora dire (sebbene al nostro governo piacciano quegli schemi in Ungheria) di essere un Paese civile e democratico.
Contro i video fake: “Grave che vengano diffusi proprio adesso che inizia la battaglia”
Nel frattempo, è diventato virale il video diffuso da Susanna Ceccardi, in cui secondo l’europarlamentare leghista ci sarebbero membri dell’organizzazione antifascista, di cui fa parte anche Salis, mentre aggrediscono una persona.
Video – precisa Cucchi – in cui non c’è la persona di Ilaria Salis. È grave che questi video vengano divulgati proprio adesso in cui inizia la battaglia. La macchina del fango si rimette in moto e di cui io stessa sono stata vittima. Ogniqualvolta il governo non sa dare risposte, trova responsabilità nella vittima. Uno schema che conosco bene.