Partita IVA e tasse nel 2024: i vantaggi del concordato preventivo biennale. L’alleanza con il fisco può portare diversi benefici; la misura, approvata definitivamente, prevede un accordo preventivo con l’Agenzia delle Entrate. Vediamo insieme come funziona.

Partita IVA e Tasse 2024

Il concordato preventivo biennale rappresenta un’alleanza stipulata sotto forma di accordo con il fisco, attraverso il quale si determina il reddito del contribuente nei due anni successivi, ovvero nel periodo di imposta indicato in via preventiva. Un accordo che trova le sue radici in parte nei dati registrati nell’Anagrafe tributaria e in parte in quelli presentati dal contribuente.

La struttura del concordato preventivo biennale si basa sull’adesione a una proposta (accordo) presentata al contribuente. Attraverso l’adesione, la Partita IVA può beneficiare di un regime premiale applicato sulle tasse, evitando così accertamenti presunti legati al periodo d’imposta concordato.

Scegliere di non aderire al concordato preventivo biennale potrebbe sicuramente appesantire il quadro dei controlli da parte del fisco. A chiarire questo aspetto sono le indicazioni normative contenute nell’articolo 12. In particolare, l’articolo indica gli effetti prodotti dall’adesione alla proposta di concordato preventivo biennale.

Il testo recita:

“L’accettazione da parte del contribuente della proposta di concordato impegna il contribuente a dichiarare gli importi concordati con l’Amministrazione finanziaria per i periodi di imposta oggetto di concordato. L’Agenzia delle Entrate provvede all’iscrizione a ruolo, previa comunicazione al contribuente, delle somme non versate relative alle imposte dovute a seguito dell’adesione al concordato.”

Chi può aderire all’accordo con il fisco?

Il concordato preventivo riguarda 4 milioni di Partite Iva, di cui 2,42 milioni di contribuenti al vaglio di indici sintetici di affidabilità, gli ex studi di settore e 1,7 milioni di forfettari.

La norma prevede che possono aderire all’accordo i soggetti di seguito indicati:

  • imprese individuali;
  • soggetti Ires;
  • società personali con tassazione in capo ai soci;
  • forfettari.

Coloro che procedono con l’applicazione ISA non sono vincolati ai limiti di punteggio, a condizione che soddisfino i seguenti requisti:

  • approvati gli indici sintetici di affidabilità (ISA);

assenza di debiti tributari relativi al periodo di imposta antecedente quello di ingresso nel concordato biennale

Cosa cambia per le partite Iva nel 2024?

Dal 1° gennaio 2024, è stata ampliata la platea dei contribuenti aderenti al ‘fisco digitale’; pertanto, molti si confronteranno con la fatturazione elettronica, obbligatoria anche per le partite IVA che non superano i 25.000 euro di ricavi o compensi. Questi contribuenti, non inclusi nelle norme precedenti e quindi sollevati dall’obbligo fino al 31 dicembre 2023, saranno ora coinvolti.

L’esigenza del fisco di attivare accordi per legare il contribuente all’obbligo degli adempimenti appare chiara. Questa è la funzione principale del concordato preventivo biennale. Il legislatore ha sottolineato questo aspetto nell’articolo 13, nel quale viene evidenziato l’obbligo degli adempimenti legati al periodo d’imposta concordato con il Fisco.

Il succitato articolo recita:

“I contribuenti sono tenuti agli ordinari obblighi contabili e dichiarativi e alla comunicazione dei dati, mediante la presentazione dei modelli per l’applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale (di cui all’articolo 9-bis del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50)”.

Cosa succede se non si rispetta il concordato preventivo biennale?

Con l‘adesione al concordato preventivo biennale, la partita IVA viene vincolata all’obbligo della dichiarazione dei redditi concordati con il fisco. Pertanto, l’Agenzia delle Entrate procede, previa comunicazione alla partita IVA, all’iscrizione a ruolo degli imposte non versati in sede di dichiarazione dei redditi preventivamente concordati.

Per questo motivo, coloro che accettano l’adesione al concordato preventivo biennale sono esonerati da eventuali accertamenti successivi per i periodi d’imposta concordati.

Il legislatore ha chiarito questo principio nell’articolo 25, spiegando gli effetti rilevati dall’adesione della proposta di concordato sui redditi delle partite IVA.

L’articolo citato al comma 1 e 2 recita:

“L’accettazione da parte del contribuente della proposta di concordato elaborata dall’Agenzia delle entrate, di cui all’articolo 9 (alla cui scheda di lettura si rimanda), obbliga il contribuente a dichiarare gli importi concordati nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d’imposta oggetto di concordato”.

“Il comma 2 dispone che l’Agenzia delle entrate provvede, previa comunicazione al contribuente, all’iscrizione a ruolo delle somme non versate relative alle imposte sui redditi oggetto di concordato, ferma restando l’applicazione delle disposizioni di cui all’articolo 13 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472, in materia di ravvedimento”.

Partita IVA e Tasse 2024: come funziona

 L’adesione al concordato preventivo biennale comporta l’obbligo di diversi adempimenti; pertanto, la partita IVA deve rispettare le seguenti scadenze:

  • entro il 15 marzo di ogni anno, l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione dei contribuenti programmi informatici al fine di garantire l’acquisizione dei dati necessari per l’elaborazione della proposta di concordato preventivo biennale;
  • entro 5 giorni dall’invio dei dati, le Entrate elaborano e trasmettono la proposta di concordato.

La partita IVA ha la facoltà di aderire alla proposta di concordato preventivo biennale entro la scadenza del termine di versamento delle imposte.”