Achille Togliani verrà ricordato a Sanremo 2024? Sono passati 100 anni dalla nascita dell’artista, personaggio che ha segnato la storia del cinema, della musica e della cultura italiana. Una figura importante per il Festival della Canzone Italiana, basti pensare che è stato protagonista di sette edizioni della manifestazione canora di mamma Rai, tra cui la primissima del 1951.

Achille Togliani, a Sanremo 2024 un tributo? Le parole del figlio Adelmo Togliani

Tag24 ha contattato Adelmo Togliani, attore, regista, sceneggiatore e figlio di Achille Togliani per parlare degli eventi in occasione dei 100 anni dalla nascita.

100 anni fa nasceva Achille Togliani: ci sono stati contatti con Amadeus per ricordarlo in questa edizione del Festival di Sanremo?

Il primo contatto è avvenuto attraverso il suo entourage intorno a novembre 2022. Siamo stati rimandati cordialmente a questa edizione, ma da settembre è stato tutto un ‘ci sta pensando’, ‘ci stiamo lavorando’. Per ovvie questioni di privacy non posso fare nomi, né ho voglia di fare polemica. Come ho detto molte volte, penso, e non solo io, che sarebbe un atto dovuto. Papà è stato una delle voci più celebri del panorama musicale italiano. Musica leggera, ovviamente. Trovo il termine ‘memoria’ notevolmente abusato, infatti come poi notare anche in questa occasione, non la si rispetta.

Nel 1951 ha inaugurato il Festival con Nilla Pizzi e il duo Fasano: lui ti ha mai raccontato qualche aneddoto in merito alla nascita del Festival?

Un aneddoto che mi fa sempre sorridere riguarda la prima serata del Festival. Le canzoni da eseguire erano talmente tante (9 per ogni formazione), che mio padre dovette mettere un gobbo sul proscenio con su scritto il testo di una canzone dal titolo “Al Mercato di Pizzighettone”. Non aveva calcolato una cosa: con i fari accesi per la serata, l’ombra dei fiori che adornavano il palco avrebbe coperto le parole. Sbagliò più di mezza canzone. Sicuro che sarebbe stato come minimo linciato dagli autori, Ravasini e Locatelli, questi ultimi invece lo festeggiarono vivamente. Nonostante qualche frase confusa, la canzone era arrivata in finale.

Recentemente Marino Bartoletti ha definito Togliani uno dei “soci fondatori del Festival”, allora perché secondo te ancora non è stato annunciato un omaggio? Forse perché non hanno intenzione di farlo

Marino Bartoletti è un gran signore, e ha detto la verità. Velatamente e con l’educazione che lo contraddistingue si è interrogato anche lui, rimettendo a chi lo segue la domanda. Verrà ascoltata? Chissà. Ad oggi non è dato saperlo. Nelle interviste radiofoniche e televisive degli anni ’80 Nilla Pizzi, papà e altri della loro epoca ironizzavano sul fatto che la RAI era anche un po’ roba loro. Negli studi di Via Asiago a Roma o di Corso Sempione a Milano se ne uscivano dicendo: “questo palazzo lo hai fatto tu, Achille!” “Tu l’ingresso e gli ascensori, giusto Nilla?” Senza questi pionieri della radio che hanno dato tanto alla Rai, oggi la Rai non esisterebbe. Chi dirige e supervisiona dovrebbe ricordarsene di più. Capire il debito che ha nei confronti della storia.

Il documentario biografico dedicato alla vita e alla carriera di Achille Togliani

Come nasce l’idea di realizzare Parlami d’amore (Doc)?

In un bar di Formia, durante un festival cinematografico, e grazie al direttore artistico di quella manifestazione, Daniele Urciuolo. Grazie a lui conobbi il regista Daniele Di Biasio, che aveva, al contrario mio, molta esperienza del genere documentaristico. Mi raccontò un aneddoto molto simpatico che riguardava suo padre, lo scrittore e poeta Rodolfo Di Biasio, e del suo incontro con il mio papà negli anni ’50, mentre si trovava su una Maserati in panne in mezzo alla campagna. Da lì abbiamo cominciato a parlare dell’archivio Togliani, dei ‘filmini’ in pellicola girati in 16mm da papà, delle sue canzoni e della grande passione per il cinema che ci accomunava tutti, papà incluso. Daniele spontaneamente mi disse: facciamo un documentario! Per quanto mi riguarda non c’era neanche bisogno di chiedermelo, Daniele è una persona che stimo talmente tanto che come dice Renée Zellweger in Jerry McGuire mi aveva già convinto al ‘Ciao’. Così, nel 2018, abbiamo cominciato a lavorarci. 5 anni di ricerche…

In quest’anno così speciale stai pensando a qualche evento/proiezione in particolare?

Assolutamente sì. Ci saranno proiezioni in tutta Italia, una è già avvenuta qualche settimana fa a Sacrofano. Il 6 febbraio grazie al Gruppo Noahlithy e a Simone Barazzotto, si terrà al Cinema Centrale di Sanremo una proiezione speciale del documentario Parlami d’amore. È il giorno di apertura del Festival, mi sembra un buon momento per far sentire la ‘sua voce’. A marzo saremo al suo paese natio, Pomponesco, in provincia di Mantova. Con l’Accademia Togliani invece stiamo digitalizzando tutto il suo archivio e grazie ai fondi del PNRR realizzeremo il suo studio visitabile in VR. Tutto questo lavoro verrà presentato in una serata speciale entro gennaio 2025. Insomma papà può dirsi contento, noi e coloro che amano le sue canzoni non lo hanno dimenticato