Dopo la cessazione del Reddito di Cittadinanza, l’Italia ha introdotto due nuove misure di sostegno sociale: l’Assegno di Inclusione (Adi) e il Supporto per la Formazione e il Lavoro (Sfl). Queste iniziative inaugurano una nuova fase nel sistema di welfare nazionale, mirando a fornire un supporto concreto ai cittadini in condizioni di svantaggio, contribuendo attivamente al loro reinserimento nel mercato del lavoro e nella società.

Cos’è l’Assegno di Inclusione

L’Assegno di Inclusione è una misura introdotta per sostenere nuclei familiari con specifiche esigenze, come la presenza di un disabile, un minore, un anziano oltre i 60 anni, o persone in condizioni di svantaggio certificato. Questo assegno si rivolge principalmente agli ex percettori del Reddito di Cittadinanza, rappresentando l’88% dei richiedenti.

La platea potenziale di beneficiari dell’Adi è stimata in 737 mila nuclei familiari, equivalenti a circa 1 milione e 750 mila persone. L’importo medio dell’assegno, erogato attraverso la Carta di Inclusione, è previsto essere di circa 635 euro al mese.

Chi ha chiesto l’Assegno di Inclusione

Una significativa percentuale dei richiedenti l’Adi proviene dalle regioni della Campania (26,7%) e della Sicilia (21,8%), seguite da Puglia, Lazio, Calabria e Lombardia. Questa distribuzione geografica riflette quindi una tendenza già osservata con il Reddito di Cittadinanza, evidenziando le aree del paese con maggiori difficoltà economiche e sociali.

Come accedere ai benefici e modalità di erogazione

Per accedere all’Adi, i richiedenti devono aver sottoscritto un Patto di Attivazione Digitale (PAD) e soddisfare determinati requisiti. I controlli sui requisiti vengono effettuati ex ante, con i primi pagamenti che sono stati avviati dal 26 gennaio. La frequenza dei pagamenti segue un calendario mensile, offrendo ai beneficiari una certa regolarità nel sostegno finanziario.

Cos’è il Supporto per la Formazione e il Lavoro

Parallelamente all’Adi, il Supporto per la Formazione e il Lavoro offre un’opportunità concreta per le persone in cerca di occupazione. Iniziato il 1° settembre, questa misura ha già visto la partecipazione di circa 165 mila persone, con 68.415 approvazioni. Questa misura prevede un beneficio di 350 euro al mese per un massimo di 12 mesi, durante i quali i beneficiari partecipano a corsi di formazione. Finora, più di 27 mila persone hanno ricevuto questo sostegno.

L’età media dei richiedenti è di 43,4 anni, con un notevole numero di persone oltre i 50 anni. Tra i richiedenti, solo 55.297 sono ex percettori del Reddito di Cittadinanza, suggerendo che il Sfl stia raggiungendo un nuovo segmento di popolazione. Inoltre, l’analisi dei titoli di studio mostra che la maggior parte dei richiedenti possiede un diploma di scuola media inferiore o superiore.

Questa misura intende fornire corsi di formazione e supporto nella ricerca di un impiego, fungendo da ponte tra i cittadini e il mercato del lavoro.

Opportunità lavorative e formative

Il Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa (Siisl) ha registrato:

  • 177.799 posti di lavoro disponibili;
  • 513.687 corsi di formazione offerti;
  • 106.972 Progetti Utili alla Collettività (PUC).

Tra le professioni più richieste si trovano:

  • Baby-sitter;
  • Impiegati amministrativi;
  • Addetti alla logistica di magazzino;
  • Addetti alle pulizie di interni;
  • Colf;
  • Operai specializzati;
  • Magazzinieri.

L’interesse manifestato dagli iscritti alla piattaforma Siisl comprende 2.932 offerte di lavoro, 4.390 offerte formative e 1.727 PUC, evidenziando una risposta abbastanza positiva da parte dei beneficiari verso le opportunità offerte.

Sovrapposizione e integrazione tra Assegno di Inclusione e Supporto Formazione e Lavoro

Interessante notare come le due misure possano sovrapporsi: membri di un nucleo familiare che beneficia dell’Adi e in condizione di “attivabili al lavoro” possono richiedere il Supporto per la Formazione e il Lavoro. Questa interconnessione tra le due iniziative dimostra l’impegno del governo nell’offrire un approccio olistico all’assistenza sociale e al reinserimento lavorativo.

Confronto con il Reddito di Cittadinanza

Il Direttore Generale dell’INPS, Vincenzo Caridi, ha voluto sottolineare l’importanza di valutare l’impatto delle nuove misure con cautela, in quanto operano in un contesto differente rispetto al Reddito di Cittadinanza. È essenziale considerare le differenze nei requisiti e nelle finalità delle misure per comprendere appieno il loro impatto sociale.

Controlli e verifiche

Rispetto al Reddito di Cittadinanza, l’Adi e il Sfl hanno introdotto controlli più stringenti e approfonditi, con l’obiettivo di garantire un utilizzo più efficace delle risorse e una maggiore precisione nell’individuazione dei beneficiari.