Per il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) l’Italia crescerà dello 0,7%, l’inflazione rallenterà, ma è bene non abbassare la guardia e non implementare una politica di allentamento monetario.
Nel 2023 l’economia italiana non è stata di certo florida, ma è cresciuta gradualmente: a terrorizzare di più è stata l’inflazione che ha continuato ad erodere il potere di acquisto dei consumatori. Inoltre, le tensioni geopolitiche hanno influito sui flussi commerciali e sui prezzi energetici. Come nel 2023 il PIL italiano è cresciuto dello 0,7%, anche per il 2024 il PIL tricolore crescerà dello 0,7%.
Italia crescerà dello 0,7% per il Fmi
Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) stima che l’Italia crescerà dello 0,7% come lo scorso anno: l’economia italiana non farà alcun balzo, ma si difenderà dall’inflazione che rallenterà la sua folle corsa e dalle tensioni geopolitiche, tra cui la guerra in Ucraina e la crisi del Mar Rosso, che minacciano i flussi commerciali ed impattano sul prezzo dei carburanti e del petrolio.
Il Fmi suggerisce di non tagliare i tassi di interesse e di essere prudenti nell’allentare la politica monetaria. Ciò conferma quanto dichiarato dalla Presidente della Bce Lagarde: i tassi rimarranno fermi al 4,5%. L’evolversi della situazione macroeconomica e del trend inflattivo sarà il banco di prova per decidere se implementare una politica di allentamento monetario a partire dalla stagione estiva 2024.
La ripresa dei consumi che si è registrata lo scorso anno proseguirà anche per tutto il 2024. Accanto alla ripresa dei consumi ci sarà una buona propensione al risparmio: ne è una valida conferma il boom degli ordini di BTp e titoli di stato emessi dal MEF. Sono soprattutto gli investitori stranieri ad investire sulle obbligazioni statali italiane.
A livello mondiale il Fondo Monetario Internazionale migliora le stime rispetto alle previsioni del mese di ottobre. Ci sono diversi fattori che vanno a pesare sulla crescita economica mondiale ed italiana: il proseguimento del conflitto in Russia, le tensioni in Medio-Oriente, il taglio dei tassi che impatta sulla stretta creditizia e la possibile rielezione del Presidente Trump alle elezioni USA.
Dal momento che la crescita del Pil italiano non sarà così robusta come previsto dal governo Meloni, ci saranno dei rischi da affrontare: aumentare le tasse o tagliare la spesa pubblica per mantenere le promesse agli elettori. Il governo sembra che abbia preferito la seconda opzione.
Italia cresciuta dello 0,7% nel 2023: i dati dell’Istat
Nel corso dell’ultimo trimestre dello scorso anno il Pil Italiano è incrementato dello 0,2 punti percentuali rispetto al precedente trimestre. Istat rende noto che il Pil tricolore è cresciuto dello 0,7% nel 2023 rispetto all’anno precedente. A seguito dello scoppio delle tensioni tra Hamas e Israele si è registrato un rallentamento della crescita economica. Per questo, le previsioni sono state riviste al ribasso.
Il Pil spagnolo è cresciuto di più rispetto a quello italiano: l’economia spagnola ha registrato un’accelerazione, superando le previsioni del governo. Il Pil della Spagna è cresciuto del 2,5% contro l’1% (previsionale).
Nel 2023 il Pil francese è cresciuto dello 0,9% rispetto all’anno precedente: si tratta di una crescita economica non vigorosa, ma comunque superiore rispetto a quella registrata in Italia.
Economia italiana: “nuove tensioni e rischi” da affrontare
Secondo il centro studi di Confindustria l’economia italiana sarà minacciata da
“nuove tensioni e nuovi rischi”.
A minacciare la crescita economica italiana sono le crescenti tensioni che interessano il Mar Rosso, a seguito della forte riduzione degli scambi commerciali e dell’incremento dei costi di logistica, che impattano sui prezzi al consumo.
Il rischio che una seconda ondata inflazionistica si abbatta sul Vecchio Continente è molto elevato, per questo la Bce non deve abbassare la guardia e deve essere prudente nelle decisioni si allentare la politica monetaria.