Dino Grandi, in passato un fervente sostenitore di Benito Mussolini e ex ministro della Giustizia e degli Esteri, è ritratto da Alessio Boni nella serie tv “La Lunga Notte – La Caduta del Duce,” trasmessa su Rai1. La trama delinea gli ultimi giorni del fascismo prima dell’arresto di Mussolini nel luglio del 1943, evidenziando la lettera di Grandi a sua moglie Antonietta, in cui annuncia la sua intenzione di rimuovere il Duce e ripristinare la Costituzione.
Perché Dino Grandi fece cadere Mussolini?
Originario di Mordano, Romagna, Grandi si avvicinò alla politica già durante gli anni Venti, seguendo Mussolini. Assume ruoli di rilievo nel Partito Fascista, diventando segretario regionale nel 1921. A livello governativo, ricopre incarichi come sottosegretario all’Interno e agli Esteri, ministro degli Esteri, ambasciatore nel Regno Unito, ministro della Giustizia e presidente della Camera dei Fasci e delle Corporazioni nel 1939.
Sposato con Antonietta Brizzi, la coppia ha due figli, Franco e Simonetta. Dopo la caduta del fascismo, Grandi si trasferisce in Spagna, Portogallo e infine in America Latina, stabilendosi soprattutto in Brasile. Muore nel 1988 a Bologna, pochi giorni prima del suo 93º compleanno, e riposa nel cimitero monumentale della Certosa di Bologna.
Durante gli eventi critici del luglio 1943, con lo sbarco degli Alleati in Sicilia, Grandi, già estromesso dal ministero della Giustizia, si unisce a una fazione di gerarchi che si sollevano contro Mussolini. Il Gran Consiglio, convocato il 24 luglio, approva l’ordine del giorno di Grandi, chiedendo al Re di riassumere il comando delle forze armate e ripristinare la Costituzione. Questo segna l’inizio della fine del regime fascista, con Mussolini sostituito da Pietro Badoglio il giorno successivo e il Partito Fascista sciolto nei giorni seguenti.