A Firenze si sono registrati undici casi di vaiolo delle scimmie: Bassetti, il Professore e Ricercatore Matteo Bassetti – Direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico di San Martino di Genova – ha spiegato a Tag24 in che cosa consiste questo virus quali sono i sintomi e le modalità con cui si contrae.

Ecco quali sono gli strumenti per prevenire la patologia e le curiosità legate al nome del virus. Il medico ribadisce l’importanza di non creare inutili allarmismi, che si sono andati diffondendo per il numero di infezioni registrate in Europa nel mese di gennaio 2024, pari circa a 134.

Vaiolo delle scimmie: Bassetti spiega cos’è, quali sono i sintomi e le misure di prevenzione

D: Che cos’è il vaiolo delle scimmie? Quali sono i sintomi? Come si trasmette?

R: E’ un’infezione che si trasmette prevalentemente tramite il contatto diretto: quella più frequente è di tipo sessuale e ha colpito prevalentemente maschi che hanno comportamenti sessuali non protetti con altri uomini. Soprattutto a loro si è indirizzata la campagna vaccinale, anche nel nostro Paese, essendo considerate le persone più a rischio. Hanno ricevuto le dosi di vaccino specifiche con successo.

I sintomi che si manifestano in genere sono le lesioni nella zona dove ci si contagia, che posso essere nelle vicinanze degli organi genitali o in altre parti del corpo. Lesioni che somigliano proprio a quelle del vaiolo, delle pustole che hanno un vario andamento, a grappolo, l’una vicino all’altra. Si tratta fondamentalmente di una malattia dermatologica: una patologia che colpisce la pelle.

D: Come si può prevenire il contagio? Quali sono i rimedi più efficaci?

R: La misura più efficace è il vaccino da una parte, dall’altra ovviamente bisogna puntare a comportamenti sessuali sicuri tramite l’uso del preservativo, anche se alcune zone sono più esposte e non sono coperte. Il contatto diretto è da evitare.

Vaiolo delle scimmie: tra allarmismo e stigma sociale

A proposito dell’allarmismo scatenato dai casi registrati per il vaiolo delle scimmie Bassetti ha ribadito la necessità di informarsi correttamente e di seguire i consigli dei medici, adottando tutte le precauzioni previste.

D: Si è creato un certo allarmismo tra le persone in seguito alla notizia degli undici casi registrati a Firenze. Dobbiamo preoccuparci?

R: No, non bisogna assolutamente preoccuparsi perché è una malattia che ormai ha fatto la sua comparsa da ormai un paio d’anni. L’epidemia apparentemente nuova, è stata ampiamente contenuta in realtà, anche e soprattutto grazie alle vaccinazioni. E’ un’infezione che ha fatto la sua comparsa nel 2022 e che ha prodotto decine di migliaia di casi nel mondo.

I casi di cui si è molto parlato in questi giorni – quelli che sono stati registrati in Toscana – non devono destare alcun tipo di preoccupazione. Ci saranno sempre dei casi. Bisogna capire se sono legati tra di loro facendo accertamenti. Si tratta di qualcosa che ormai fa parte delle nostre abitudini, presenti negli ambulatori che trattano malattie sessualmente trasmissibili.

C’è da prestare attenzione anche alle lesioni che comporta il vaiolo delle scimmie.

D: Da che cosa deriva il nome?

R: Questa infezione era nota come vaiolo delle scimmie perché legata al mondo degli animali, perché il virus colpiva tipicamente le scimmie (fu scoperto nei primati in un laboratorio danese nel 1958). Oggi si chiama Mpox: è stato cambiato proprio perché richiamava gli animali ed era “politicamente scorretto”. Mpox sta per “Monkey pox”, ed è l’espressione utilizzata di consueto in gergo medico.

Non c’è nulla di cui preoccuparsi, salvo il fatto che si tratta di una malattia infettiva che può provocare anche delle forme più impegnative per le quali sono stati previsti dei farmaci antivirali attivi.

D: Il nome legato alle scimmie, quindi agli animali, è un fattore che contribuisce alla diffusione dell’allarmismo tra le persone? Pensiamo ai recenti casi di “influenza suina”

R: Il problema in realtà è che si tratta di malattie infettive e che la gran parte di queste sono legate agli animali perché da essi derivano, hanno una natura di zoonosi. Si trasmettono attraverso un ospite intermedio. Aver cambiato il nome secondo me è stata una giusta decisione da parte dell’OMS.

Dovrebbe aiutare ad evitare lo stigma legato alle malattie sessualmente trasmissibili che poi finiscono per creare un senso di vergogna, assolutamente sbagliato. Si paventa poi il rischio che chi contrae l’infezione non voglia farsi vistare. E non deve succedere perché si tratta di una malattia come tante altre, che può essere contratta, prevenuta e curata.

Tag24 ha intervistato il prof. Bassetti in un’altra occasione di recente poiché ha subito attacchi online da parte di haters che hanno minacciato anche la sua famiglia.