Il calo dell’udito, cronico o improvviso può colpire anche in giovane età, quali sono i segnali che dovrebbero far scattare l’allarme per effettuare un controllo? Vediamo come si riconosce questo disturbo, da cosa è causato e come fare per prevenirlo o curarlo una volta che è stato opportunamente diagnosticato.
Calo dell’udito, come si riconosce
Il calo dell’udito, anche chiamato ipoacusia, colpisce sempre più persone, anche in età giovane. Negli anziani è un disturbo più frequente perchè con l’avanzare dell’età può essere fisiologica anche la diminuzione delle capacità uditive così come l’abbassamento della vista.
Il problema può essere temporaneo o cronico e comparire anche improvvisamente, apparentemente senza cause. Ma quali sono i segnali primari che possono essere campanello di allarme per una successiva visita specialistica che possa confermare con la diagnosi questo disturbo?
Le prime difficoltà solitamente si riscontrano durante le attività che normalmente non creavano alcun problema. Come ad esempio :
- Avere l’esigenza di aumentare l’audio della tv
- Avere difficoltà a capire le parole nelle conversazioni
- Non sentire più la suoneria del telefono
- Percepire suoni più ovattati
- Problemi a capire qualcuno che parla sottovoce
Quando si riscontra uno o più di questi sintomi, è bene controllare l’udito con un esame specifico e chiedere consiglio ad uno specialista per verificare se si tratta di un problema definitivo o che può essere momentaneo. E successivamente intervenire con apposite cure.
Cause
Le cause del calo dell’udito sono molteplici, in generale però quando il disturbo compare in età superiore ai 50 anni, è dovuto all’invecchiamento o può essere sintomo secondario di altre patologie in atto. Tutto però dipende dalle modalità con le quali si presenta il problema.
Ad esempio se l’ipoacusia è solo in un orecchio, ed è improvvisa, allora potrebbe significare anche che la perdita della capacità uditiva è temporanea e dovuta ad una infezione o ad un tappo di cerume. O per cause esterne come forti rumori e botti che possono compromettere l’udito per un determinato periodo anche in tutte e due le orecchie.
Se invece la perdita è graduale allora potrebbe significare che si tratta di un fisiologico processo legato all’età, ma in qualsiasi caso deve essere diagnosticato opportunamente per evitare ulteriori rischi e per trovare la migliore soluzione.
Metodi di prevenzione
Il calo dell’udito colpisce una persona su tre con età superiore ai 50 anni e soggetti più giovani in base a differenti fattori scatenanti. Per questo motivo è bene fare prevenzione, e la prima cosa è quella di sottoporsi regolarmente a visite e controlli periodici per un test accurato.
Ovviamente per evitare problemi futuri il consiglio è anche quello di fare attenzione a non sottoporsi a rumori forti e prolungati per lunghi periodi, anche sul lavoro. Queste buone pratiche sono fondamentali per intervenire tempestivamente. Prima viene diagnosticata l’ipoacusia, e stabilita la causa infatti, prima si può iniziare un trattamento del problema con maggiore percentuale di successo nel recupero della funzionalità.
Trattamento dell’ipoacusia
La diminuzione dell’udito può efficacemente essere trattata in base alla cause con vari rimedi e cure. Se è stata provocata da altre patologie trasmissive basterà intervenire con trattamenti medici, chirurgici o farmacologici. Quando invece il problema della diminuzione della capacità uditiva è dovuto all’invecchiamento e risulta irreversibile, per degenerazione dei nervi o compare come sordità secondaria dovuta ad esposizione a rumori, si può, una volta diagnosticata, trovare una soluzione con un sussidio.
Le protesi acustiche rappresentano il principale aiuto contro l’ipoacusia non trattabile, e funzionano amplificando elettronicamente i suoni, migliorando nettamente la qualità di vita delle persone colpite dal problema. Da non essere confusi però con gli impianti cocleari, che permette alle persone affette da grave sordità, spesso congenita, di poter recuperare le funzioni grazie alla rilevazione delle onde sonore, trasmesse poi come impulsi cerebrali e poi decodificati come impressioni uditive.