Nata il 28 febbraio 1912 a Roma, Clara Petacci è stata la secondogenita di Francesco Saverio, medico dei Sacri Palazzi apostolici, e Giuseppina Persichetti. La sua famiglia comprendeva tre figli, con Marcello nato nel 1910 e Miriam che seguì nel 1923.

Nonostante la sua biografia sia caratterizzata da poche notizie certe, Clara Petacci è diventata ampiamente conosciuta attraverso i mass media, che hanno focalizzato principalmente il loro interesse sul suo legame con Benito Mussolini. La sua triste notorietà deriva dalla condivisione della morte con il leader fascista il 28 aprile 1945, seguita dall’esposizione dei loro corpi a piazzale Loreto a Milano il giorno successivo.

Clara Petacci, come morì?

Clara Petacci rimase fedele a Mussolini fino alla tragica fine: lo seguì a Milano il 18 aprile 1945 e successivamente lo raggiunse lungo la strada che si dirigeva da Como verso nord il 27 aprile. Sebbene catturati separatamente dai partigiani, furono riuniti e trascorsero insieme la notte a Giulino di Mezzegra prima dell’esecuzione, che ebbe luogo il 28 aprile. Non è possibile stabilire con certezza se l’esecuzione avvenne per mano partigiana o inglese, poiché le testimonianze sulle ultime ore di Mussolini sono discordanti.

I loro corpi furono trasportati a Milano, a piazzale Loreto, dove subirono violenze e umiliazioni da parte della folla prima di essere appesi a testa in giù a un traliccio metallico. Durante questo macabro episodio, un sacerdote fermò la gonna di Clara con una spilla, poiché sembrava fosse parzialmente scoperta nella zona pubica. Questo dettaglio ha fatto sospettare di eventuali violenze sessuali subite da Clara nelle sue ultime ore. Tuttavia, non esistono certezze in merito, così come non si conoscono con precisione le modalità della sua uccisione. A differenza di Mussolini, non fu effettuata un’autopsia immediata sul suo cadavere.

Clara Petacci, perché fu uccisa?

Nel tumultuoso scenario del 25 luglio 1943, con la caduta del regime fascista e l’arresto di Mussolini, Clara Petacci, consapevole dei rischi, si rifugiò con la sua famiglia al Nord per evitare eventuali ritorsioni da parte della folla. Tuttavia, la sua fuga fu di breve durata, poiché il 12 agosto venne arrestata dai carabinieri e rinchiusa a Novara. Solo grazie all’intervento tedesco, riuscì a ottenere la liberazione il 17 settembre.

Un momento cruciale nella storia tra Clara Petacci e Benito Mussolini si verificò alla fine di agosto 1943, quando i giornali nazionali divulgarono la loro relazione e i benefici ottenuti dalla famiglia Petacci. La stampa dell’epoca sottolineò anche l’influenza politica di Clara su Mussolini, arrivando a definire alcuni ministri del suo governo come “i ministri della Petacci”.