L’alluminio, detto anche carta stagnola, comunemente usato in cucina per conservare o cuocere alimenti spesso è stato oggetto di indagini e messo sotto accusa per possibili rischi sulla salute. Tuttavia resta uno dei materiali preferiti da consumatori e aziende per il settore alimentare, ed è ancora ampiamente sfruttato anche per la produzione di pentole e altri utensili. Quanto c’è di vero in merito ai possibili effetti nocivi? Ecco qualche consiglio utile per un corretto utilizzo.
L’alluminio per alimenti fa male?
L’alluminio è ampiamente usato nel settore alimentare, sotto forma di carta stagnola per la conservazione di cibi o come imballaggio usa e getta e per la cottura delle pietanze. Considerato che tutti i metalli, in alcune circostanze e se utilizzati in modo non corretto possono contaminare i prodotti e migrare a tal punto da essere assunti inconsapevolmente dai consumatori attraverso la dieta, in molti casi si è parlato di rischi per la salute dovuti al contatto con questo materiale.
La tossicità dell’alluminio però può essere limitata, grazie ad un uso consapevole e seguendo alcuni accorgimenti utili. Inoltre, non tutti i soggetti sono particolarmente colpiti da una eventuale contaminazione. Perchè come avverte il Ministero della Salute, a dover fare maggiore attenzione sono soprattutto i gruppi di persone considerati più vulnerabili. E cioè coloro che hanno problemi di eliminazione delle tossine attraverso i reni, quindi con malattie croniche, così come anziani, donne in gravidanza e bambini sotto i tre anni.
La conclusione è quindi, che non è il materiale in sè a provocare danni, ma eventuali pratiche scorrette che possono facilmente essere evitate seguendo le linee guida previste dalla legge. Con il decreto ministeriale del 18 aprile 2007 infatti, sono state date precise disposizioni circa la disciplina dei contenitori in alluminio quando sono destinati al contatto con gli alimenti.
La legge sui contenitori di alluminio
In Italia c’è uno specifico regolamento in merito all’uso igienico dell’alluminio e dei contenitori prodotti con questo materiale, quando sono destinati a conservare o cuocere cibi destinati al consumo umano. Per evitare rischi di intossicazione, migrazioni del metallo e contaminazioni infatti, sono state istituite apposite disposizioni, sia per le aziende che per i consumatori finali.
Le confezioni e gli imballaggi di alluminio devono avere etichette chiare e trasparenti sulle quali sono riportate le istruzioni. E cioè:
- Se idoneo o meno al contatto diretto con cibi acidi o ricchi di sale
- Se può essere a contatto con alimenti da mettere in frigorifero
- Il tempo massimo di contatto con alimenti non refrigerati, se più o meno di 24 ore
Queste indicazioni sono molto utili per scongiurare qualsiasi tipo di pericolo. Quindi è importante leggere bene l’etichetta prima di conservare, cuocere o mettere un alimento a diretto contatto con la carta stagnola o riporlo dentro al contenitore.
Quali sono i possibili rischi
L’alluminio, come il mercurio e altri metalli, può avere effetti tossici sull’organismo umano quando si accumula in grandi quantità all’interno degli organi. Sono particolarmente colpiti da una contaminazione: fegato, ossa, polmoni, tiroide e cervello. I sintomi peggiori da avvelenamento sono quelli che si manifestano a livello del sistema nervoso.
E vanno dal nervosismo, al mal di testa, confusione, perdita di memoria fino a grave compromissione delle capacità intellettive. C’è però da sottolineare che i danni non sono per la maggior parte provocati dall’uso dei contenitori e della carta stagnola per conservare.
Sebbene questi prodotti possano essere rischiosi quando usati non correttamente, il pericolo maggiore è quello dell‘assunzione di alluminio attraverso altre fonti, come medicinali, acqua, additivi alimentari.
Come si utilizza correttamente
Per un utilizzo corretto dei prodotti in alluminio in cucina, ci sono alcuni accorgimenti da seguire. Il primo è quello di evitare di mettere a contatto con la carta stagnola i cibi ad alta acidità o particolarmente salati. Conservare per un massimo di 24 ore a temperatura ambiente oppure in frigorifero per qualche giorno.
Ricordare che ci sono alcuni alimenti con meno rischio di contaminazione, e che quindi possono essere tenuti a contatto con i contenitori in alluminio anche per tempi più prolungati. Si tratta di prodotti secchi come caffè, pasta, riso, spezie, zucchero, pane, legumi e frutta secca.