Genshiro è un canary network, ovvero una rete canarino, termine con cui si indicano le blockchain destinate a testare funzionalità prima del loro approdo su quella principale. In particolare, riveste questa condizione nei confronti di Equilibrium, piattaforma che gestisce EQD, l’unica stablecoin basata su Polkadot.
Il progetto va a consolidare all’interno di un’unica piattaforma una serie di funzioni e prodotti del mondo DeFi. Un ambito in cui rientrano exchange decentralizzati, prestiti, attività sintetiche e trading a margine. Inoltre, Genshiro si propone di dare risposte in termini di interoperabilità cross-chain, andando a stabilire proficue interazioni tra network blockchain. Una serie di funzioni di rilievo che hanno procurato alla blockchain una certa attenzione da parte degli addetti ai lavori.
Genshiro: cos’è e cosa si propone
Genshiro è una piattaforma che si propone di fare da base ad attività tipiche della finanza decentralizzata (DeFi). Il suo ecosistema prevede la presenza d quattro figure chiave:
- i fornitori di liquidità (LP), che immettono i propri fondi nelle pool e sono remunerati per lo staking delle loro criptovalute;
- i mutuatari, coloro che prendono in prestito le criptovalute, in cambio di rendimenti che vengono fissati in precedenza alla presa di possesso dei token;
- i bailsmen, ovvero coloro che sono chiamati a garantire i prestiti. Per farlo, devono assumersi il rischio di liquidazione nel caso in cui i mutuatari dovessero risultare inadempienti. Ove venga a verificarsi tale eventualità, i bailsmen possono guadagnare premi aggiuntivi;
- i trader che scambiano criptovalute utilizzando il DEX di Genshiro. Quelli che fanno trading con margine diventano anche riceventi.
Si tratta quindi di una piattaforma progettata per dare vita ad alcuni servizi tipici della finanza decentralizzata. Ad aumentarne il valore è anche il fatto di fungere da rete canarino di Equilibrium. Una funzione destinata a farne un vero e proprio laboratorio in termini di innovazione.
GENS: a cosa serve il token nativo di Genshiro
Il token nativo dell’ecosistema Genshiro è GENS, la cui funzione primaria è quella di essere utilizzato come propellente per le transazioni interne alla rete, in particolare sul DEX. Viene infatti utilizzato per le commissioni di transazione, il pagamento degli interessi da parte di chi prende in prestito fondi e come ricompensa per il prestito di criptovalute o la fornitura di liquidità. Oltre che come liquidità per i bailout e le garanzie collaterali.
E, ancora, il possesso e la detenzione di GENS conferiscono agli utenti la possibilità di partecipare ai processi decisionali interni alla rete. Alle funzioni di utilità, quindi, va sommare quelle di governance.
Per quanto concerne la tokenomics, è prevista un’offerta massima pari a 1,2 miliardi di esemplari. In pratica, il token si propone come uno strumento deflattivo, caratteristica destinata quindi a riflettersi in positivo sulla sua quotazione.
Chi si muove dietro il progetto
A fondare Genshiro è stato Alex Melikhov, l’attuale CEO, già noto in precedenza per aver fondato, nel corso del 2016, l’exchange Changelly. In origine, il team degli sviluppatori aveva dato vita a Equilibrium, lanciandolo sulla Ethereum Virtual Machine. Hanno poi deciso di passare a EOS, lanciando la prima stablecoin decentralizzata basata sulla sua blockchain, EOSDT.
Si è trattato però soltanto di un passaggio intermedio, in quanto in seguito Equilbrium è passato su Polkadot. Un passaggio dovuto alla volontà di ampliare non solo le funzionalità, ma anche la scalabilità della blockchain. In questo quadro Genshiro rappresenta una rete di prova, destinata a testare le funzionalità che dovranno andare a operare su Equilibrium.
il piano di sviluppo di Genshiro è stato reso solido dal lancio di una collezione di NFT su Rarible. i token non fungibili dedicati ai gatti hanno consentito la raccolta di 310 ETH, destinati all’asta per una parachain sulla rete di Kusama, a sua volta rete canarino di Polkadot. A questi fondi si sono poi aggiunti quelli apportati da alcune note aziende operanti nel settore del venture capital, a partire da Block Dream Fund e KR1.