In un’intervista rilasciata al “New York Times”, la senatrice a vita Liliana Segre fa emergere tutto il proprio disappunto sulla preoccupante recrudescenza di antisemitismo che avverte nella società odierna. E le sue sono parole amare che fanno riflettere.
Liliana Segre in un’intervista al “NYT”: “Temo di aver vissuto invano”
Temo di aver vissuto invano – dice la 93enne reduce dagli orrori dell’Olocausto – Perché avrei sofferto per 30 anni a condividere fatti intimi della mia famiglia, del mio dolore, della mia disperazione? Per chi? Perché?.
Sabato scorso 27 gennaio, Giorno della Memoria, la senatrice aveva invece raccontato un curioso colloquio con un ministro, a quanto pare ignaro che quella degli ebrei in Italia sia una minoranza.
In Italia ci sono personaggi con cariche importanti che non hanno idea di quale sia la forza numerica delle minoranze. Quando gli ho chiesto “Secondo lei, signor ministro, quanti sono gli ebrei in Italia?”, mi ha risposto “Un milione e mezzo“. Ma sono 35.000. Questo mi ha molto preoccupata.
La senatrice a vita rammaricata per il ritorno dell’antisemitismo
A proposito della ricorrenza dell’altro giorno, al suo arrivo alla Statale di Milano dove le è stata conferita la laurea ad honorem in Scienze storiche, Liliana Segre aveva detto:
Io non sono adatta a parlare del 27 gennaio, perché chi ha passato quello che ho passato io non aspetta quella data per ricordare. La verità è solo questa. Chi ha passato ciò che ho passato io ricorda 365 giorni all’anno, non solo in un giorno specifico.
Siamo solo cellule e tutto ciò che facciamo in vita lo facciamo per noi stessi Nulla resterà dopo la morte.Unico scopo naturale che ci è attribuito è quello di procreare per una continuazione della specie tutto il resto non conta a niente e se facciamo qualcosa questo morirà con noi.Si hai vissuto per niente!