E’ a una svolta l’annosa vicenda sulla proprietà di Palazzo Giustiniani, a Roma, dall’inizio del ‘900 fino agli anni Ottanta sede del Grande Oriente d’Italia e ora utilizzata dai senatori e come residenza del presidente del Senato. La Corte Suprema di Cassazione, Sezioni Unite, ha accolto il ricorso proposto dalla Urbs (società immobiliare del Grande Oriente d’Italia) nel giudizio promosso per la restituzione di Palazzo Giustiniani, affermando la giurisdizione del giudice amministrativo sul presupposto che la denuncia della illegittimità del potere esercitato dallo Stato Italiano nel procedimento di acquisizione del bene è fondata sulla assenza della dichiarazione di nullità dell’atto di compravendita del bene in favore della Urbs srl costituente essa condizione pregiudiziale dell’esercizio del potere stesso.
Nel ’91 un accordo tra senato e Grande Oriente d’Italia mai eseguito
Insomma, il regime fascista acquisì illegalmente quel palazzo e la Repubblica non ha dato seguito alla transazione del 1991 firmata dal presidente del Senato Giovanni Spadolini e dal Grande Oriente d’Italia che prevedeva l’allestimento del museo della massoneria in 140 metri quadrati di quel palazzo. Qualche anno fa, viste le mancate risposte dai presidenti del Senato che si sono succeduti, il Grande Oriente d’Italia è tornato dai giudici affinché venga resa giustizia a una libera associazione perseguitata dagli squadristi e non risarcita dalla Repubblica per questo scippo violento.
Stefano Bisi