Spread ai minimi dal mese di marzo del 2022: è sceso a 150 punti base, ovvero ai livelli precedenti l’inasprimento monetario deciso dalla Bce. Quali sono i rischi per l’anno 2024?

Dopo due anni di continui rialzi dei tassi di interesse decisi dalle banche centrali per combattere l’inflazione, la Bce ha deciso di lasciare inalterati i tassi al 4,5%. Molti si attendono un allentamento della stretta monetaria prima della stagione estiva 2024 e si prospetta un taglio dei tassi di interesse.

Nonostante la Presidente Lagarde abbia sottolineato che sia ancora piuttosto prematuro parlare di riduzione dei saggi di interesse, lo scenario sul mercato obbligazionario sembrerebbe essere davvero ottimista. A partire dal mese di aprile è molto probabile che ci sarà un vero e proprio allentamento monetario, con una conseguente riduzione delle rate dei mutui e dei finanziamenti alle famiglie ed alle imprese.

C’è molto ottimismo tra gli obbligazionisti che puntano a detenere bel proprio portafoglio investimenti BTp decennali e trentennali. Il boom di ordini da parte degli investitori stranieri conferma la voglia di tornare ad investire sui titoli statali italiani.

Spread ai minimi: quali sono i rischi per il 2024?

Lo spread tra BTp e Bund a 10 anni è sceso ai livelli di 150 punti base, ai minimi dall’inizio della stretta monetaria implementata dalla Bce per combattere l’inflazione. La Presidente Lagarde è stata chiara e prudente: i tassi rimarranno fermi al 4,5%, al momento non ci sarà alcun allentamento della stretta monetaria.

L’economia rimane debole, ma sta c’è un lieve miglioramento. C’è entusiasmo sul mercato obbligazionario dato che gli investitori si sarebbero attesi un taglio dei tassi già durante la stagione primaverile; invece, potrebbe arrivare a partire dalla stagione estiva.

Questo rinnovato contesto macroeconomico ha portato ad una correzione del mercato obbligazionario dopo il rally raggiunto nei mesi di ottobre e di novembre dell’anno appena archiviato. Il BTp a dieci anni offre il 3,70%, dieci giorni fa offriva il 3,9% e durante le festività natalizie offriva il 3,5%.

Lo spread tra BTp e Bund decennale ha imboccato la strada ribassista grazie all’atteso allentamento della stretta monetaria. Gli investitori percepiscono un minore rischio sovrano a seguito della riduzione degli oneri di emissione attesa per i prossimi mesi.

I margini di azione della banca centrale appaiono pari a zero tra il Pandemic Emergency Purchase Programme e l’alleggerimento quantitativo volto a creare una nuova moneta per stimolare il sistema economico. Ciò rappresenta un rischio nel caso in cui il trend inflazionistico risalisse a seguito della crisi del Mar Rosso, andando a ridurre il peso dell’allentamento monetario rispetto alle attese intrinseche nei prezzi dei titoli obbligazionari.

Spread ai minimi: il rendimento del decennale salirà al 4%?

Il rendimento del Bund decennale è salito velocemente e il gap tra Italia e Germania si sono ridotte. L’atteso allentamento monetario da parte delle banche centrali favorisce il boom di ordini di BTp da parte deli investitori, in particolare di quelli stranieri.

Sono i numeri a confermarlo: ordini record e grandissimo interesse per il BTp trentennale: a fronte dei 5 miliardi offerti, la domanda ha superato gli 80 miliardi. Ciò potrebbe consentire allo spread di ridursi a fronte di un rendimento del BTp a 10 anni in ripresa. Il bund decennale ha raggiunto i 2,3 punti percentuali, raggiungendo il massimo da inizio del mese precedente.

Il taglio dei tassi atteso per la stagione estiva 2024 da parte della Bce consentirà di ridurre il costo di emissione del debito pubblico italiano, che lo scorso anno ha sfiorato i 3mila miliardi di euro. Ciò consentirà di migliorare i conti statali sul fronte del capitolo della spesa per interessi. Di conseguenza, il debito pubblico tricolore diventerebbe molto più sostenibile e meno rischioso.