Pensioni e nuovi esodati nel 2024. Il governo italiano, nella legge di Bilancio 2024, ha rinnovato le misure in scadenza al 31 dicembre 2023, introducendo importanti modifiche sui requisiti di accesso alle diverse misure.
A molti è sembrato un attacco diretto ai lavoratori, mentre altri difendono a spada tratta i nuovi correttivi imposti dall’Esecutivo, considerandoli una mossa indispensabile dovuta alla scarsità delle risorse disponibili.
C’era l’attesa della riforma delle pensioni, inchiodata allo spettro della legge Fornero; tutt’ora, il difficile rapporto tra pensioni e lavoro è oggetto di molte critiche a causa dei nuovi effetti che ricadono direttamente sui nuovi esodati. Vediamo insieme chi sono i nuovi esodati delle pensioni nel 2024.
Pensioni 2024: chi sono i nuovi esodati?
La mini riforma delle pensioni si presenta sotto forma di una spallata per i lavoratori, aprendo la strada a nuovi esodati e ripercorrendo il doloroso periodo di coloro che sono stati esclusi dal pensionamento con la legge Fornero.
È importante ricordare che a questa fase sono seguite otto salvaguardie, con un limite numerico massimo di soggetti salvaguardati, al fine di riequilibrare il torto subito dai lavoratori, seppur con un notevole ritardo rispetto all’entrata in vigore delle regole che hanno modificato le pensioni degli italiani.
Ciò è stato dovuto al fatto che molti lavoratori, pur avendo maturato i requisiti e le condizioni di legge per presentare la richiesta di pensionamento, si sono visti negare la pensione a causa delle nuove regole introdotte dalla legge Fornero.
Lo stesso scenario o qualcosa di simile si verifica anche nel 2024. Le nuove proposte approvate dall’Esecutivo non hanno modificato il diritto al trattamento economico previdenziale, ma hanno un impatto significativo sull’assegno.
A pagarne il prezzo più alto sono le categorie di lavoratori a cui appartengono medici, infermieri e dipendenti degli enti locali, oltre a insegnanti di asilo e scuole elementari parificate e agli ufficiali giudiziari.
Quali sono le finestre per andare in pensione nel 2024?
Secondo quanto riportato da investireoggi.it, i lavoratori appartenenti al settore pubblico o privato riceveranno una riduzione sull’assegno con il prepensionamento se hanno accumulato un’anzianità contributiva nelle seguenti Casse;
- Cassa per le pensioni degli enti locali (Cpdel);
- Cassa per le pensioni dei sanitari (Cps);
- Cassa per le pensioni degli insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate (Cpi);
- Cassa per le pensioni degli ufficiali giudiziari (Cpug);
- Casse Inpdap e poi Inps.
Per quanto riguarda gli esodati delle pensioni nel 2024, la norma si riferisce in modo particolare ai lavoratori che, prima del 2012, per diversi motivi hanno lasciato il settore pubblico passando a quello privato ottenendo un prepensionamento a 56 anni di età.
Secondo le nuove disposizioni normative contenute nella legge di Bilancio 2024, questi lavoratori subiranno un taglio sulla quota retributiva, poiché l’Esecutivo ha eliminato dal calcolo della rendita mensile tale quota, adeguando il sistema al solo calcolo contributivo.
È importante notare che l’importo della riduzione varia in base all’anzianità contributiva e alla retribuzione ricevuta in servizio. In linea generale, la riduzione media corrisponde a circa -20%.
Quali effetti per chi andrà in pensione nel 2024?
In base alle stime, i nuovi esodati del 2024 si aggirano intorno a 732.300 lavoratori. A titolo di esempio, i tagli alle pensioni seguono i seguenti criteri:
- per coloro che hanno iniziato ad accumulare una contribuzione nel 1983, con una retribuzione lorda pari a 30.000 euro, otterranno un taglio sull’assegno pari a 927 euro all’anno;
- per coloro che hanno iniziato ad accumulare una contribuzione nel 1994, con una retribuzione lorda di 50.000 euro, otterranno un taglio sull’assegno pari a 10.296 euro all’anno;
- per medici e personale sanitario, il taglio viene ridotto a 1/36 dell’assegno per ogni mese di prepensionamento fino al perfezionamento dei requisiti per l’accesso alla pensione ordinaria. È prevista la neutralizzazione dell’esito negativo dopo un triennio.
Tagli, penalizzazioni e ridimensionamenti coinvolgeranno tutti i piani di prepensionamento fino al perfezionamento dei requisiti per la pensione di vecchiaia ordinaria, fissata fino al 2026 a 67 anni di età con 20 anni di contributi.