I derivati sono ormai una consuetudine anche nella finanza decentralizzata (DeFi). Vengono infatti negoziati sugli exchange decentralizzati, ove hanno avuto un’accoglienza notevole da parte di molti trader.

Alimentati da contratti intelligenti, chiamati ad eseguire in automatico i termini inclusi al loro interno, come quelli tradizionali vanno a riflettere fedelmente il prezzo di un sottostante. Non obbligano quindi al possesso dell’asset e proprio questa caratteristica li sta sospingendo sui mercati.

Derivati decentralizzati: cosa sono

I derivati sono contratti finanziari il cui valore dipende da quello di un asset sottostante. Molto in voga nel trading online, ad esempio sotto forma di CFD (Contract for Difference), nel corso degli ultimi anni hanno allargato il proprio raggio d’azione alla DeFi.

I derivati decentralizzati sono quelli che vengono scambiati sulla blockchain, all’interno dei DEX. Se quelli sulle criptovalute sono i più diffusi, possono essere aperti contratti anche su azioni e altri asset. A facilitarne la diffusione il fatto che i protocolli i quali creano derivati decentralizzati hanno spesso basse barriere d’ingresso. In pratica per operare al loro interno basta collegare ad essi il proprio wallet crypto.

Se esistono varie tipologie di derivati, ad esempio swap, future e opzioni, al tempo stesso il principio di base è sempre lo stesso: permettono agli investitori di operare la loro previsione sul loro andamento, senza che gli stessi siano costretti a possederli.

Nel settore delle criptovalute, questa caratteristica può essere considerata di grande importanza. Gli investitori che non amano le complicazioni di carattere tecnologico possono infatti adottarli e concentrarsi sul trading, senza dover pensare alla custodia degli asset, togliendo di mezzo i problemi di installazione e gestione dei wallet elettronici.

Inoltre, chi punta sui derivati, decentralizzati o meno, ha una ulteriore opportunità, quella collegata alla possibilità di utilizzare la leva finanziaria. In pratica, anche chi non possiede ingenti risorse può approntare operazioni di un certo impegno, grazie a quello che è a tutti gli effetti un moltiplicatore. Uno strumento il quale, però, deve essere utilizzato con accortezza, in quanto oltre ai guadagni amplifica le possibili perdite.

Derivati decentralizzati: come funzionano i DEX?

I derivati decentralizzati sono proposti sui DEX (Decentralized Exchange), in modo da bypassare l’intervento di intermediari. La blockchain, a sua volta, va a registrare tutte le transazioni che li riguardano, in maniera tale da renderle immutabili. In pratica una volta aggiunta alla catena, l’operazione non può più essere alterata.

I protocolli che trattano questi strumenti finanziari sono progettate e lanciate su blockchain layer-1, ad esempio Ethereum, Solana, BNB Chain, oppure su soluzioni di secondo livello. Non sono però uguali i livelli di sicurezza e scalabilità, come del resto i costi, che possono variare anche in maniera sensibile.

Se alcuni protocolli vanno a concentrare la propria attenzione su questi aspetti, nel corso degli ultimi anni si sono andati affermando altri network i quali riescono a dare risposte di rilievo in tema di interoperabilità cross-chain. Grazie ad essi è stato possibile superare i problemi di comunicazione che affliggevano le blockchain di prima generazione.

Tra le tecnologie fondamentali per i derivati decentralizzati, occorre ricordare in particolare:

  • gli smart contract, che vanno a regolare i meccanismi automatici su cui sono fondati i DEX;
  • gli oracoli, i quali permettono di tracciare i prezzi ottenendo informazioni provenienti dall’esterno della blockchain di riferimento.

Altra presenza consueta, quando si parla di questi protocolli, è quella delle DAO. Proprio alle Decentralized Autonomous Organization spettano i compiti di governo che preludono alla sospirata decentralizzazione.

I possibili problemi

Il trading di derivati decentralizzati, come del resto tutti quelli di carattere finanziario, presenta una serie di problemi da tenere in considerazione. A partire dalla volatilità delle criptovalute, tale da rendere molto problematico prendere la giusta posizione sul mercato.

Un secondo problema è poi quello rappresentato dalla liquidità. Trattandosi di un settore relativamente nuovo, a volte possono venire a verificarsi mancanze di fondi tali da rendere impraticabile lo scambio istantaneo dei derivati decentralizzati.

Infine, il fatto che tali scambi avvengano sui DEX che, come è noto, presentano problemi di non facile soluzione per gli utenti non esperti. I wallet non custodial, ad esempio, presuppongono il collegamento alla piattaforma, che può rivelarsi problematico per chi non è in possesso di basi adeguate.