È stato aggiornato al prossimo 24 maggio il processo a Budapest a carico di Ilaria Salis, la 39enne di Monza accusata di aver aggredito due neonazisti. Per rispondere dei capi d’imputazione che le vengono mossi, l’insegnante italiana da 11 mesi reclusa nelle prigioni ungheresi è stata condotta in aula con mani e piedi incatenati. Per la donna è stata chiesta una pena di 11 anni per tentato omicidio colposo in concorso.
Mani e piedi in catene e una richiesta di 11 anni. Aggiornato al 24 maggio il processo ungherese a Ilaria Salis
Al suo ingresso in aula, Salis ha sorriso al pubblico presente. Nel corso dell’udienza, aiutata da una interprete dall’italiano all’ungherese, si è dichiarata non colpevole. Assieme a lei un uomo e una donna entrambi di nazionalità tedesca con la medesima accusa.
Secondo l’accusa, il reato sarebbe stato commesso tra il 9 e il 10 febbraio dell’anno scorso. Salis e gli altri due coimputati farebbero parte di un’organizzazione tedesca di estrema sinistra chiamata Hammerband che avrebbe pianificato aggressioni a militanti di estrema tedesca attraverso “strumenti in grado di uccidere“. Questo sarebbe stato lo scopo dei tre, giunti dalla Germania per attaccare un raduno neonazista. Ilaria Salis viene indicata come imputata principale e, in passato, avrebbe partecipato ad altre azioni di questo tipo.
Tra il 9 e il 10 febbraio scorsi, assieme a due tedeschi avrebbe provato ad attaccare partecipanti a un raduno neonazista
L’imputato tedesco si è invece dichiarato colpevole ed è stato condannato con rito immediato a 3 anni. Tra 2 potrebbe essere espulso dall’Ungheria per un periodo di 5 anni. A Ilaria Salis è stata invece negata la revoca della custodia cautelare, come richiesto dal padre, per un presunto pericolo di fuga.