Il numero di arresti in relazione all’attacco alla chiesa di Santa Maria a Istanbul è salito a 51. Gli arrestati sono cittadini del Tagikistan, della Russia e della Turchia.
Turchia, aumenta il numero di arrestati dopo l’attacco alla chiesa a Istanbul
Nella tarda serata di ieri, sono stati arrestati due presunti sicari per l’attacco alla chiesa a Istanbul, uno di origine tagika e l’altro di origine russa con sospetta discendenza cecena. Questa mattina, le forze antiterrorismo turche hanno condotto una serie di raid ed arrestato altre 51 persone.
23 dei sospettati sono stati trasferiti al centro di detenzione per l’espulsione, mentre le interrogazioni di altre 28 persone sono ancora in corso. Le forze dell’ordine stanno lavorando per chiarire i legami sia con l’attacco che con lo Stato Islamico. Secondo i media locali, il veicolo utilizzato dai sospettati è stato portato dalla Polonia alla Turchia un anno fa, e non è mai stato utilizzato su strada durante questo periodo.
Il primo attacco Isis in Turchia dal Capodanno del 2016
L’attentato è avvenuto nella chiesa di Santa Maria a Sariyer, uno dei quartieri simbolo della convivenza interreligiosa tra musulmani, cristiani ed ebrei. In questa zona, a poche decine di metri di distanza, si trovano una moschea, una sinagoga e una chiesa.
Nella mattinata di ieri, alla messa domenicale erano presenti 40 persone. Intorno alle 11:40, ora locale, due uomini sono entrati durante la celebrazione ed hanno ucciso Tuncer Cihan, un cittadino turco di 52 anni. Dopo essere stato brutalmente aggredito, Cihan è stato mortalmente ferito da un colpo alla testa.
Il presidente turco, Erdogan, ha promesso “massimo impegno per trovare i colpevoli e portarli davanti alla giustizia nel più breve tempo possibile”.