Era accusato del tentato omicidio dell’ex moglie di 57 anni, avvenuto a Pietra Ligure, in provincia di Savona, lo scorso 5 gennaio: Michele Scarlata, di 65 anni, è morto suicida in carcere ad Imperia. Stando a quanto riportano diversi quotidiani locali, si sarebbe impiccato. Inutile il tentativo degli agenti della polizia penitenziaria: quando si sono accorti dell’accaduto, era già tardi.

Era accusato del tentato omicidio dell’ex moglie a Pietra Ligure: morto suicida Michele Scarlata

Originario di Villalba, in provincia di Caltanissetta, Michele Scarlata aveva 65 anni e dal 5 gennaio scorso si trovava in carcere ad Imperia con l’accusa di aver tentato di uccidere l’ex moglie di 57 anni, che da un po’ lo aveva lasciato, costruendosi una nuova vita, a Pietra Ligure, in provincia di Savona, dove lei era ospite da un’amica.

Dopo aver aspettato che rincasasse nascondendosi tra le auto parcheggiate in strada, l’aveva colta di sorpresa alle spalle, colpendola ripetutamente con una pesante chiave a cricchetto in metallo alla testa. La donna si era salvata perché urlando aveva attirato l’attenzione di alcuni condomini, che quindi erano usciti a controllare cosa stesse succedendo, allertando il 112.

Quando i soccorsi erano arrivati, avevano trovato la 57enne stesa a terra, con profonde ferite e l’avevano trasportata d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Santa Corona, dove era stata ricoverata, fortunatamente non in fin di vita. Intanto i carabinieri avevano tratto in arresto l’ex marito, che prontamente era stato immobilizzato da due dei condomini intervenuti dopo aver tentato la fuga.

Sembra che non avesse accettato la fine del loro matrimonio. All’alba di questa mattina, 29 gennaio, gli agenti della polizia penitenziaria della struttura in cui era recluso lo hanno trovato morto in cella. Si sarebbe impiccato.

Il precedente tentativo di suicidio

Scarlata aveva già provato a togliersi la vita. Dopo essere stato denunciato dalla moglie perché, con condotte reiterate, aveva iniziato a minacciarla e a molestarla, arrivando anche ad aggredirla fisicamente, aveva tentato il suicidio tagliandosi con un’arma da taglio e assumendo degli psicofarmaci.

Il tutto dopo essersi presentato una prima volta a Pietra Ligure, dove l’ex si era recata per lasciargli la casa che condividevano in Sicilia, per convincerla a tornare con lui. Lei non voleva e glielo aveva detto chiaramente, spingendolo al gesto estremo.

In aumento i casi di suicidio in carcere

Con quello di Michele Scarlata sale a quattro il numero dei suicidi consumatisi in carcere dall’inizio del 2024. L’ultimo era stato quello di un 37enne di origini tunisine, trovato morto dai compagni di cella nel carcere di Ancona.

Era il 26 gennaio. Poco più di dieci giorni prima, il 12 gennaio, ad essere trovato senza vita era stato un algerino di 41 anni finito dietro le sbarre per spaccio. Non si tratta di casi isolati. A inizio anno era stata la volta del 25enne Matteo Concetti.

Il giovane si trovava in una cella di isolamento, in un seminterrato, e alla madre che era andata a trovarlo aveva preannunciato che se non ce lo avessero tolto si sarebbe tolto la vita, perché non ne poteva più. Sembra che soffrisse di alcune patologie psichiatriche: avrebbe dovuto ricevere delle cure che invece gli venivano negate.

Nel solo 2023, secondo il dossier “Morire di carcere” di Ristretti Orizzonti sono stati 68 i detenuti a morire in carcere. Si tratta di dati allarmanti, che sul finire dell’anno avevano coinvolto, in particolare, il carcere di Montorio Veronese dove, oltre a Benno Neumair, si trova, da qualche mese, anche Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin.