È morta davanti agli occhi del compagno dopo essere precipitata in un canalone nella zona di Pizzo dei Sassi Bianchi sul monte Libro Aperto a Fanano, sull’Appennino Modenese: ecco chi è Giulia Maroni. Originaria di Castel Guelfo di Bologna, era nota a tanti per la sua grande passione per lo sport e i motori.
Morta a 37 anni sull’Appennino Modenese: ecco chi è Giulia Maroni
Aveva compiuto 37 anni lo scorso 3 novembre. Giulia Maroni, originaria di Castel Guelfo, è morta ieri, 28 gennaio, dopo essere scivolata sul ghiaccio ed essere precipitata per oltre 50 metri in un canalone nei pressi del monte Libro Aperto di Fanano, sull’Appennino Modenese.
Era insieme al compagno e alla sua cagnolina Mya, entrambi rimasti illesi. Dopo l’intervento dei soccorsi, non senza difficoltà era stata recuperata dal punto in cui era caduta e caricata in elicottero, morendo nel tragitto verso l’ospedale Maggiore di Bologna sotto gli occhi dell’uomo che amava.
In molti, adesso, la ricordano con affetto, citando le sue più grandi passioni: oltre a quella per l’escursionismo e per gli animali, quella per i motori, come dimostrano anche i tanti scatti pubblicati su Instagram e apprezzati dai suoi quasi 10 mila followers.
Fotografie in cui la donna si mostrava spesso al volante di auto da rally, indossando caschi e medaglie. Vincitrice dell’Italian Cross-Country Rally nel 2021, aveva partecipato, tra le altre, alla Dakar, prima con la Squadra Corse Angelo Caffi insieme a Luciano Carcheri (2022) e poi, nel 2023, con un team tutto al femminile con Rebecca Busi al volante, come navigatore e co-pilota.
Un’esperienza terminata alla dodicesima tappa per motivi tecnici. “L’avrei voluta portare in spalla la macchina alla fine piuttosto che non tagliare il traguardo”, aveva scritto in quell’occasione, mettendo in luce il coraggio e la determinazione che la caratterizzavano e di cui ora in tanti parlano quando la ricordano.
Tante le vittime di incidenti in montagna
Sono tante, ogni anno, le vittime della montagna, soprattutto nel periodo invernale. Lo scorso 21 gennaio in località Brunico, in Alto Adige, a perdere la vita dopo essere caduto mentre sciava con il figlio minorenne era stato un uomo di 54 anni.
Poco prima in Val di Fleres una donna di 59 anni originaria di Selva dei Molini era morta durante un’escursione con le ciaspole insieme alla sorella. Stando a quanto ricostruito finora, avrebbe perso l’equilibrio, precipitando per oltre 300 metri. Si tratta, purtroppo, di casi non isolati.
Ad ottobre aveva perso la vita in montagna il 17enne Diego Santelli, residente a Ghisalba, in provincia di Bergamo. I genitori avevano dato l’allarme, chiedendo ai soccorsi di mettersi sulle sue tracce, quando, non vedendolo rincasare, si erano preoccupati: quella mattina aveva detto loro che si sarebbe recato sul Pizzo Pirola in solitaria, come faceva spesso.
Di sera il suo corpo era stato trovato senza vita nei pressi di un canalone distante solo qualche metro dalla cima, in una zona particolarmente impervia. L’ipotesi è che sia inciampato, cadendo e sbattendo la testa, riportando ferite mortali. Una notizia che aveva sconvolto la comunità locale e nazionale, che già aveva pianto la scomparsa di più di dieci persone in circostanze simili.
Persone accomunate dal fatto di essere morte facendo ciò che amavano: camminando in natura e respirando aria pulita. Persone appassionate di sport, proprio come Giulia, che dopo tanti sacrifici era riuscita a realizzare il suo sogno di competere nel settore rally con slancio e voglia di mettersi in gioco.