Le Decentralized Autonomous Organizazion (DAO) rappresentano una realtà sempre più importante, in ottica DeFi. Tanto da spingere alcuni progetti a far leva sulle stesse per proporre soluzioni tese a favorirne la nascita.
Aragon è uno di essi. Il suo software è progettato nel preciso intento di aiutare gli sviluppatori a creare organizzazioni autonome, aiutandoli in ogni fase necessaria a condurre in porto l’operazione. Andiamo quindi a vedere più da vicino questo progetto, in modo da comprenderne l’effettiva portata.
Aragon: cos’è e cosa si propone
Aragon è un software open source creato nel preciso intento di fungere da strumento per la creazione di DAO. Il suo ecosistema è popolato in particolare dai seguenti elementi:
- Aragon client, una suite di strumenti che consentono agli sviluppatori di creare organizzazioni autonome decentralizzate in grado di incentivare la partecipazione;
- Aragon network, cui è affidato il compito di favorire le interazioni tra le DAO presenti sulla piattaforma;
- Aragon Association, ente no-profit delegato alla gestione dei fondi derivanti dalla vendita di token all’interno della rete.
A svolgere la funzione di token di servizio sulla blockchain è ANT, cui spettano anche compiti di governance. I suoi detentori, infatti, possono partecipare a pieno titolo ai processi decisionali che hanno luogo all’interno della rete. ANT può essere inoltre utilizzato per l’acquisto di ANJ Coin, il token utilizzato per dirimere eventuali controversie tra utenti.
Come funziona Aragon
Il funzionamento di Aragon è basato sulla presenza di tre distinte funzionalità:
- una di carattere finanziario, cui spetta il compito di fornire assistenza nella gestione delle risorse della DAO interessata. Grazie ad essa ogni partecipante ad un’organizzazione può monitorare i flussi finanziari e le transazioni della stessa;
- i token utilizzati sulla rete, ovvero ANT e ANJ Coin;
- quella dedicata ai processi decisionali, ovvero le votazioni che hanno luogo sulla catena.
Su ogni DAO, gli sviluppatori hanno poi facoltà di integrare sulle loro creazioni Agent, un’app che consente l’interazione diretta con gli smart contract di Ethereum.
Altra presenza di rilievo all’interno del sistema è poi rappresentato da Aragon Court, il servizio rivolto alla risoluzione delle controversie che possono insorgere all’interno delle organizzazioni ospitate sul network e non sono in grado di essere risolte tramite smart contract.
Grazie a questo software, altri utenti, i giurati, sono chiamati a esaminare le argomentazioni avanzate dalle parti in causa, per poi esprimere il proprio giudizio tramite un vero e proprio voto. La funzione di giurato viene assunta dagli utenti scambiando appunto i token ANT con ANJ, con questi ultimi che dovranno essere depositati in staking. Chi deposita più ANJ ha naturalmente maggiori possibilità di essere prescelto e ricevere la ricompensa spettante in ANT.
Chi c’è dietro Aragon?
Aragon ha visto la luce nel 2016, su impulso di Jorge Izquierdo e Luis Ivan Cuende, gli stessi che hanno provveduto al lancio dell’Aragon Association e di Aragon One, una società che progetta e fornisce servizi per il network.
Nel 2017 l’azienda ha dato luogo ad una Initial Coin Offering (ICO) che ha permesso di raccogliere circa 275mila ETH, per un corrispettivo all’epoca di circa 25 milioni di dollari. Il lancio ufficiale della mainnet sulla Ethereum Virtual Machine è avvenuto nel 2018, permettendo in tal modo al progetto di entrare nella sua fase di maturità.
Al momento, ANT si trova al 179° posto nella classifica di CoinMarketCap riferita alla capitalizzazione di mercato. Una sorta di limbo derivante dalla forte concorrenza con cui la società deve confrontarsi. Proprio l’ambito cui si rivolge, quello delle organizzazioni autonome decentralizzate, potrebbe però favorirne l’affermazione. Si tratta infatti di una realtà sempre più forte, che trae linfa dalle istanze di democrazia effettiva tipiche della finanza decentralizzata. Un trend che dovrebbe senz’altro proseguire e rafforzarsi nell’immediato futuro.