Quattro prigionieri politici iraniani, Pejman Fatehi, Mohammad Faramarzi, Vafa Azarbar e Mohsen Mazloum, sono stati giustiziati oggi, 29 gennaio, nella prigione Ghezel Hesar di Karaj, in Iran, nonostante le proteste internazionali.
L’Iran giustizia 4 prigionieri politici
Quattro uomini erano stati arrestati nell’agosto 2022 e condannati per presunti legami con i servizi segreti israeliani e la pianificazione di sabotaggi. Il ministro dell’Intelligence sosteneva che fossero “entrati illegalmente in Iran dal Kurdistan iracheno e avessero intenzione di bombardare una struttura del ministero della Difesa utilizzata per la produzione di attrezzature”.
L’esecuzione è avvenuta dopo la conferma delle condanne a morte da parte della Corte Suprema iraniana il 2 gennaio. Il 18 gennaio, Amnesty International aveva segnalato la decisione della Corte Suprema del Paese e aveva affermato che i quattro uomini “correvano un grave rischio di essere giustiziati segretamente senza preavviso alle loro famiglie ed agli avvocati“. Ai quattro uomini non era stato concesso di incontrare parenti o avvocati fino al giorno prima dell’esecuzione.
La Ong Iran Human Rights ha condannato l’esecuzione di questi quattro prigionieri politici e ha chiesto alla comunità internazionale di rompere il silenzio sull’ondata di esecuzioni nel Paese. Il direttore dell’Organizzazione ha evidenziato l’assenza di un giusto processo:
L’esecuzione di questi quattro prigionieri è stata effettuata sulla base di confessioni sotto tortura e senza un giusto processo, ed è considerata un’uccisione extragiudiziale.
65 esecutati dall’inizio dell’anno
L’Iran Human Rights segnala che sono state eseguite 65 persone nel mese di gennaio 2024. Dal 2010, 7.894 persone sono state giustiziate, tra cui 210 donne e 70 giovani.
Solo sei giorni fa, un altro giovane uomo, Mohammad Ghobadlou, era stato giustiziato. Ghobadlou aveva partecipato alle proteste del 2022, scatenate dopo l’uccisione di Mahsa Amini.