Sono stati arrestati due uomini sospetti per l’attacco avvenuto ieri, durante la messa domenicale, nella chiesa cattolica italiana di Santa Maria Draperis nel distretto di Sariyer, a Istanbul: secondo quanto riferito dal ministro dell’Interno turco, si tratterebbe di due membri dell’Isis. Nella sparatoria a perdere la vita è stato un cittadino, un uomo di circa 50 anni.

Attacco in chiesa a Istanbul, arrestati due uomini: “Cittadini stranieri e membri dell’Isis”

L’attacco a Istanbul che si è verificato ieri, domenica 28 gennaio 2024, e ha portato alla morte di un uomo, ha sconvolto non solo la Turchia intera, ma anche il resto del mondo. Investigatori, agenti ed esperti del settore si sono messi subito al lavoro per fare luce sulla sparatoria avvenuta intorno alle 11.40 (ora locale) durante la messa.

Due uomini armati con il volto coperto hanno fatto irruzione nel luogo sacro gestito da un ordine italiano di frati francescani e hanno aperto il fuoco. Nella tarda serata poi, in una conferenza stampa tenuta intorno alla mezzanotte, il ministro dell’Interno turco, Ali Yerlikaya, ha fatto sapere che due sospetti sono stati catturati.

Ma di chi si tratta esattamente? Secondo quanto riferito da Yerlikaya, gli uomini fermati sono cittadini stranieri. Uno proviene dal Tagikistan, l’altro dalla Russia. Entrambi sarebbero membri dell’Isis. I due sono stati identificati, fermati e catturati dalla Polizia.

In un post sui social il ministro dell’Interno della Turchia ha scritto:

Mi congratulo con la Polizia Istanbul e con gli eroici agenti che hanno identificato e catturato i colpevoli. Esprimo ancora una volta le mie condoglianze alla famiglia e ai parenti del cittadino deceduto.

Yerlikaya ha precisato che i due uomini sospetti sono stati presi durante un raid indirizzato proprio a loro. Gli agenti hanno fatto irruzione in circa una trentina di luoghi. Hanno inoltre proceduto all’arresto di ben 47 persone, indagate, a vario titolo, di aver avuto un ruolo in questo triste episodio.

Il ministro ha concluso il suo intervento dichiarando che la Turchia non ha intenzione di tollerare tutti coloro che cercano di alterare e turbare la pace nel Paese. Il governo dunque si continua ad impegnare nella lotta e nel contrasto alle azioni dei terroristi, dei loro collaboratori e dei gruppi criminali nazionali e internazionali.

La sparatoria e la vittima

Come abbiamo affermato all’inizio, la sparatoria è avvenuta in una chiesa cattolica situata ad Istanbul proprio mentre si svolgeva la messa domenicale. Secondo le testimonianze, due uomini mascherati sono entrati nel luogo sacro e hanno aperto il fuoco verso l’alto.

I fedeli presenti, terrorizzati, si sono subito accovacciati per terra e poi hanno cercato di fuggire. Al quotidiano turco Birgun, il sindaco del distretto in cui è avvenuto l’attacco, Sukru Genc, ha affermato che i soggetti sono scappati solo dopo aver sparato un paio di colpi e quando una loro arma si è inceppata.

Le autorità turche non hanno specificato quali armi siano state usate. A perdere la vita è stato un uomo che, secondo quanto riferito, avrebbe tentato di fermare l’attacco, urlando contro i due aggressori. A quel punto gli attentatori lo avrebbero freddato.

Si tratterrebbe di un senzatetto che trovava spesso rifugio nella chiesa. Pare che la vittima avesse problemi mentali. In ogni caso, sembra proprio che l’obiettivo della sparatoria fosse quello di colpire il luogo sacro e non di uccidere questa persona.

Pare infine che l’uomo non avesse nessun tipo di legami né con la politica né tantomeno con organizzazioni criminali. Egli potrebbe essere stato ucciso proprio per aver cercato di “sfidare” i due uomini incappucciati con il volto coperto.

Centinaia e centinaia sono i professionisti al lavoro per cercare di fare chiarezza su quanto avvenuto nella mattinata di ieri in Turchia. I dubbi e i punti da chiarire sono ancora molti. Nelle prossime ore e nei prossimi giorni verranno fornite maggiori informazioni in merito.

A condannare il brutale gesto è stata anche la nostra premier Giorgia Meloni.