Una manifestazione pacifica ma decisa ha preso forma a Orte, sulla A1, con agricoltori in protesta, provenienti principalmente dalla provincia di Viterbo e in parte dall’Umbria: alcuni di loro sono stati intervistati dagli inviati Michele Lilla e Thomas Cardinali di Tag24.it. La protesta, iniziata il 22 gennaio, è guidata da un senso di frustrazione crescente nel settore agricolo. Tra le intenzioni, ci sarebbe anche quella di contestare la politica generale dell’UE, che avrebbe, secondo quando dicono gli agricoltori, “messo a dura prova l’esistenza delle aziende agricole”.
Scopriremo meglio i temi trattati nella manifestazione anche grazie al video-servizio che riportiamo qui di seguito:
Gli agricoltori esprimono così la loro preoccupazione per il declino dell’agricoltura italiana. “I prodotti che produciamo vengono venduti a prezzi irrisori, a una frazione del valore finale che il consumatore paga nei supermercati”, afferma uno degli organizzatori. Sostengono che le multinazionali siano le uniche a trarre vantaggio, mentre il popolo soffre per la crescente carenza di risorse finanziarie e il costo elevato della vita.
Protesta agricoltori a Orte: le difficoltà aggiuntive
Oltre alla pressione economica, gli agricoltori lamentano le sfide aggiuntive come il problema dei cinghiali, della siccità e delle gelate. La situazione è resa ancora più difficile da cambiamenti legislativi avversi, inclusa la recente introduzione dell’Irpef agricoltura, una tassa precedentemente sospesa per 40 anni.
D: C’è sia un problema legislativo che un problema di cambiamento climatico. Insomma, vi sentite un po’ abbandonati da questo governo che ha puntato molto sul vostro mondo per fare comunicazione?
R: Ha puntato a levarci tanti soldi e noi non li abbiamo per pagare. Ha messo una tassa che era sospesa da 40 anni: l’Irpef agricoltura. Per di più ha messo la farina di grilli. Chi la mangia? La mangeranno i nostri nipoti quando avranno perso l’agricoltura italiana vera.
E Lollobrigida? Le risposte del governo e la contestazione UE
Le risposte ricevute dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, sembrano insufficienti per gli agricoltori. Secondo loro, infatti, il chiarimento sarebbe arrivato in modo vago e indiretto:
D: Avete avuto risposte o chiedete qualcosa al ministro Lollobrigida?
R: Da lui per vie indirette e vaghe è arrivata risposta che è Bruxelles la causa del nostro male. Anche se la tassa l’ha messa lui. Chi può fare da tramite con Bruxelles? Andremo avanti con questa protesta ad oltranza, finché non moriremo di fame.
Così gli agricoltori lottano e si chiedono “perché andare a penalizzare proprio questo settore in un momento in cui è molto difficile produrre, con tutti gli aumenti delle materie prime, concimi, gasolio?”
Non dimentichiamo la grande protesta degli agricoltori a Roma.