TVL è l’acronimo di Total Value Locked, che tradotto in italiano significa Valore Totale Bloccato. La sigla è di casa nella finanza decentralizzata (DeFi), andando in pratica a indicare l’insieme della liquidità che viene depositata all’interno di un protocollo, espressa in dollari.

La sua importanza è da ravvisare nel fatto che si tratta in pratica di un indicatore della salute non solo del protocollo interessato, ma anche del settore nel suo complesso. Se il dato è in crescita significa che gli investitori hanno un maggior grado di fiducia, ponendo le basi per una possibile bull run. Proprio per questo chi è intenzionato a investire dovrebbe monitorarne l’andamento. È possibile farlo, ad esempio, su siti come DefiLlama o DefiPulse.

TVL: cos’è e perché deve essere preso in considerazione

Come abbiamo ricordato in precedenza, per TVL si intende la liquidità complessiva depositata all’interno di un protocollo, espressa in dollari. In effetti, molti dei progetti di finanza decentralizzata permettono ai propri utenti di depositare risorse destinate ad alimentarne le operazioni.

Un ambito in cui rientrano in particolare le pool di liquidità, ovvero i fondi che vengono poi utilizzati per dare vita agli scambi di criptovaluta. Questi fondi, sono in pratica contenitori di liquidità formati da coppie di token. Per poter funzionare al meglio, ogni piattaforma deve fare in modo che questi fondi siano in grado di mantenere il rapporto percentuale tra i due token al 50%. Il modo per farlo è un aggiustamento automatico ogni volta che il rapporto tende a mutare.

Chi apporta la liquidità in staking, viene a sua volta premiato con una rendita passiva. Alcune pool, però, non riescono ad esercitare sufficiente attrattiva nei confronti dei Liquidity Provider (LP). Il rischio, in questo caso, è che il TVL rimanga talmente basso da impedire in pratica il prelievo al suo interno. Ecco perché chi intende fare staking deve prima cercare di capire quale sia la piattaforma ideale per farlo.

Meglio guardare l’entità del TVL o i rendimenti proposti?

Abbiamo quindi visto come chi sia intenzionato a fare staking e a figurare, di conseguenza da Liquidity Provider dovrebbe accertarsi del TVL di un progetto, prima di aderire alla sua proposta. Una norma di buon senso che, però, alcuni protocolli cercano di aggirare offrendo rendimenti molto elevati. Sembra strano, ma nonostante le avvertenze degli esperti, prospettare alti rendimenti riesce spesso a infrangere le resistenze di una gran numero di investitori.

Se è vero che un TVL alto dovrebbe dare più garanzie agli staker rispetto ad uno più limitato, occorre anche sottolineare che questo assioma non è automatico. A volte, infatti, le aziende che gestiscono questi progetti propongono rendimenti elevati per attrarre fornitori di liquidità e riescono quindi a mantenere molto elevato il Total Value Locked.

Un caso di scuola in tal senso è rappresentato da Anchor Protocol, che raccoglieva una quantità enorme di liquidità sulla blockchain di Terra proponendo rendimenti del 20% sui depositi di UST. Il problema, in questo caso, è da ravvisare nella mancanza di sostenibilità finanziaria del protocollo. Per ovviare, l’azienda era quindi costretta a foraggiare in continuazione le casse della riserva. Un problema poi risolto, male per gli interessati, dal crac di Terra, ma destinato prima o poi a deflagrare.

Proprio la sostenibilità finanziaria, quindi, rappresenta la vera chiave di volta quando si affronta il tema del TVL. Se una piattaforma ha un dato basso in tal senso, ma propone rendimenti elevati, ci si dovrebbe chiedere se questo modello di business sia gestibile nel medio termine. Una domanda che si dovrebbe porre qualsiasi investitore intenzionato a fungere come Liquidity Provider e immettere i propri fondi in una pool di liquidità.