Quando si ha intenzione di vendere un immobile, i proprietari di casa potrebbero farsi una domanda: cosa deve pagare chi vende una casa? A primo acchito potrebbe sembrare una domanda banale, ma in realtà non è così.
Di norma, non ci sono obblighi per i proprietari di casa nel versare le imposte sulla cessione, a meno che non ci si trovi in casi particolari.
Bisogna considerare, però, alcune spese, tra cui quelle preliminari e nel testo andremo a fare un elenco dettagliato di quali sono tutti i costi da affrontare quando si vende un immobile.
Cosa deve pagare chi vende una casa: le spese preliminari
Chi si accinge a vedere una casa deve considerare alcune spese da affrontare. Alcune di queste spese sono facoltative, ma non per questo meno importanti. Si tratta di tutti quei costi utili ad aumentare le probabilità di successo nella compravendita immobiliare. Tra queste spese, definite preliminari, rientrano anche alcune spese obbligatorie.
Quali sono le spese preliminari? In quest’ambito rientrano:
- I costi estetici per migliorare l’aspetto della casa;
- I costi di comunicazione e pubblicità;
- I costi correlati alla relazione tecnica di compravendita;
- Il costo dell’attestato di prestazione energetica.
Per quanto riguarda la spesa del notaio, in base all’articolo 1475 del Codice Civile, le spese per il contratto di compravendita e le spese notarili sono a carico dell’acquirente.
Tuttavia, le parti possono anche mettersi d’accordo e inserire una clausola che pattuisce la spartizione delle spese notarili.
Provvigione dell’agenzia immobiliare
Se ci si affida ad un’agenzia immobiliare sulla vendita si deve considerare anche la provvigione, la cui spesa dipende molto dal mercato e dal prezzo dell’immobile.
La percentuale dell’agenzia per la vendita di un immobile si basa sul prezzo finale di vendita.
Chi vende una casa deve pagare le tasse?
Chi vende un immobile dopo 5 anni dall’acquisto non deve pagare l’Irpef sulla plusvalenza oppure le altre imposte, nemmeno quando ha ottenuto agevolazioni fiscali.
Caso contrario, si deve pagare una tassazione ordinaria Irpef, variabile in base alle aliquote e scaglioni in funzione del reddito oppure valutare un’imposta sostitutiva del 26%.
In quali casi il venditore è esente dalle tasse?
- Immobile acquistato da più di 5 anni;
- Se l’immobile è l’abitazione principale;
- Se l’immobile è stato acquisito per successione ereditaria.
Se l’immobile è stato ottenuto tramite donazione, una volta trascorsi 5 anni non è più obbligatorio il pagamento delle imposte.
Quali tasse si devono pagare nella vendita della seconda casa?
- Per le abitazioni acquistate da più di 5 anni, non si deve corrispondere il pagamento sulla plusvalenza;
- Per le abitazioni acquistate da meno di 5 anni, la plusvalenza ottenuta dalla vendita deve essere soggetta a tassazione.
Il guadagno deve essere soggetto alla tassazione Irpef e inserito nella dichiarazione dei redditi tra i “redditi diversi”.
Quali tasse pagare nel caso di vendita di una casa ereditata
Caso diverso, nel caso di vendita di una casa acquisita tramite successione ereditaria. Per le case ricevute in eredità, bisogna pagare le imposte sull’eredità, il cui totale viene calcolato nella dichiarazione di successione ed è pari ad una percentuale compresa tra il 4% e l’8%. La percentuale è variabile in base al grado di parentela con il defunto.
Prima della presentazione della dichiarazione di successione si deve pagare:
- L’imposta catastale dell’1% del valore dell’immobile;
- L’imposta ipotecaria del 2%, con un importo fisso pari a 200 euro.
Nel caso della donazione, è necessario pagare in egual modo le stesse imposte. Ai suddetti, però si potrebbe anche aggiungere la polizza assicurativa per rendere la donazione sicura per tutelare gli acquirenti.
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