“Schindler’s List”, capolavoro epico-drammatico del 1993 diretto e prodotto da Steven Spielberg e basato sul romanzo di Thomas Keneally, segue la storia di Oskar Schindler, un industriale tedesco che salvò oltre mille rifugiati durante l’Olocausto.

Interpretato da Liam Neeson, Ralph Fiennes e Ben Kingsley, il film cattura la drammaticità di questo periodo buio della storia.

Come finisce Schindler’s List?

Nel finale, Göth viene condannato per crimini contro l’umanità e giustiziato tramite impiccagione. Nel frattempo, il matrimonio e le attività commerciali di Schindler subiscono un tracollo dopo la guerra.

In precedenza, Schindler, ex membro del Partito Nazista e profittatore di guerra, deve fuggire dall’avanzata dell’Armata Rossa per evitare la cattura. Nonostante le guardie SS della fabbrica abbiano ricevuto l’ordine di uccidere la manodopera ebraica, Schindler riesce a convincerle a non farlo. Prima di partire verso ovest sperando di arrendersi agli americani, saluta commosso i suoi operai. Questi gli consegnano una dichiarazione firmata attestante il suo ruolo nel salvare vite ebraiche e gli regalano un anello con incisa una citazione talmudica: “Chi salva una vita salva il mondo intero”. Schindler, commosso, sente il peso di ciò che avrebbe potuto fare di più. Prima di partire con la moglie in auto, viene confortato dagli operai.

Il giorno successivo, gli Schindlerjuden si svegliano con l’annuncio di un ufficiale sovietico a cavallo che annuncia la loro liberazione, ma li avverte di evitare la zona est perché “lì vi odiano”. Gli ebrei si dirigono quindi verso la campagna.