Se hai presentato domanda per l’Assegno di Inclusione (ADI), nuova forma di supporto economico introdotta dal decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito con modifiche dalla legge 3 luglio 2023, n. 85, potresti essere al corrente dell’attesa per i primi pagamenti a partire dal 26 gennaio. Tuttavia, è emersa una delusione per molti richiedenti in questi giorni: la loro domanda è stata respinta.

Perché non ho ricevuto l’Assegno di Inclusione?

L’INPS ha dichiarato che su 446.256 domande elaborate, pervenute nei primi giorni di gennaio, ben 117.461 sono state respinte a causa di requisiti non soddisfatti.

Le principali ragioni di rifiuto indicano esito negativo sopra la soglia su DSU (Isee), superamento delle soglie di reddito e omissione della dichiarazione dell’attività lavorativa.

Ci sono state polemiche tra i richiedenti, in particolare tra coloro che erano percettori del vecchio Reddito di Cittadinanza e ora non capiscono il motivo del rifiuto dell’Assegno di Inclusione.

È importante notare che non esiste una ragione unica per il rifiuto, e ogni caso è diverso. Alla luce delle indicazioni fornite dall’INPS, cerchiamo di comprendere le possibili ragioni dietro una richiesta respinta.

Ricordiamo che possono richiedere l’ADI le famiglie con almeno una persona nel nucleo familiare:

  • Minorenne;
  • Con disabilità;
  • Con più di 60 anni;
  • In condizione di svantaggio e inserita in un programma di cura e assistenza certificato dalla Pubblica amministrazione.

I richiedenti devono soddisfare specifici requisiti, tra cui un ISEE inferiore a 9.360 euro e un reddito familiare annuo inferiore a 6.000 euro (7.560 euro per i nuclei familiari con persone di almeno 67 anni e/o disabili gravi o non autosufficienti).

Cosa fare se l’Assegno di inclusione non arriva?

Innanzitutto, verifica lo stato della tua richiesta attraverso la piattaforma online dedicata, seguendo il percorso: Tutti i servizi – Assegno di inclusione – Gestione della domanda”, utilizzando le credenziali SPID, CIE o CNS. Assicurati di aver completato il processo di richiesta dell’ADI, il quale richiede la sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale (PAD) e la presentazione presso i servizi sociali, come previsto dalla normativa.

Secondo il Manuale Utente disponibile nell’area riservata, una volta conclusa la procedura di acquisizione della domanda con il tasto “Conferma”, il sistema la registra come “In attesa del modello Com” o “Acquisita”.

Il sistema attribuirà un numero di protocollo alla tua pratica e visualizzerà un messaggio indicando che devi iscriverti alla piattaforma SIISL (Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa) per completare l’istruttoria della domanda ADI.

Accedi alla piattaforma utilizzando il bottone fornito o il link presente nella sezione “Attività dedicate a te” sulla prima pagina.

Questa connessione a SIISL è essenziale per compilare e sottoscrivere il Patto di Attivazione Digitale (PAD) e ottenere il beneficio economico.