I tassi di interesse sono ancora piuttosto alti e ciò potrebbe avere determinate conseguenze sui bilanci delle banche. In che modo?
Per il momento non ci sarà alcun taglio dei tassi di interesse all’orizzonte, che rimarranno fermi al 4,5%, come dichiarato dalla Presidente della BCE Lagarde. Il costo del denaro rimane stabile su livelli piuttosto elevati, ma lo scenario è ottimista e le proiezioni degli esperti parlano di tagli dei tassi di interesse. Gli intermediari bancari sono stati avvertiti di possibili shock derivanti dai prossimi mutamenti di scenario.
Scopriamo in questa guida quali sono le conseguenze per le banche nel caso in cui i tassi di interesse alti rimangano stabili.
Tassi di interesse alti: quali conseguenze per le banche?
Il settore bancario è strettamente legato alle decisioni della BCE proprio perché opera attraverso l’applicazione dei saggi. Quando la banca centrale decide di alzare i tassi di interesse, per gli intermediari creditizi è più oneroso finanziarsi e, di conseguenza, incrementano i tassi sui finanziamenti. Conviene accumulare i risparmi nei conti deposito, che nel corso degli ultimi mesi stanno offrendo tassi appetitosi.
In un contesto macroeconomico caratterizzato da continue tensioni e da un livello di tassi di interesse piuttosto elevati, è fondamentale capire quali possono essere le conseguenze per i bilanci delle banche.
Dopo 24 mesi di continui rialzi dei tassi di interesse, i saggi hanno iniziano ad invertire la propria rotta, ma rimangono sempre piuttosto elevati. L’inflazione ha cominciato a rallentare più del previsto, ma la Presidente dalla Bce Lagarde ha sottolineato che non si può abbassare la guardia e che i tassi rimarranno fermi al 4,5%.
Per il momento, la Bce sembra che non sia assolutamente intenzionata a tagliare i tassi di interesse. Quali sono le conseguenze per i bilanci bancari? Tassi d’interesse così elevati assicurano interessanti profitti per le banche: gli analisti parlano di extraprofitti. Gli intermediari bancari si assicurano un mark up sugli interessi, ovvero una differenza tra interessi attivi e quelli passivi.
Gli interessi attivi sono i saggi che le banche incassano da chi chiede i prestiti ed i mutui, mentre quelli passivi sono quelli che gli istituti bancari pagano ai risparmiatori che depositano ed investono somme. Con tassi di interesse elevati sui prestiti e sui mutui, è aumentato il mark up d’interesse delle banche di quasi 20 punti percentuali rispetto a due anni fa. Molte banche hanno registrato un miglioramento della redditività.
Tuttavia, bisogna considerare anche l’altra faccia della medaglia: l’inasprimento dei tassi d’interesse ha cagionato una diminuzione del numero di richieste di mutui prima casa. Costi di finanziamento così elevati potrebbero portare ad una crescita di default da parte delle famiglie e del tessuto imprenditoriale che hanno sottoscritto contratti di finanziamento e di prestito. Con l’aumento dei tassi di interesse il mercato real estate sta attraversando un periodo difficile caratterizzato da un rallentamento della domanda di immobili e da una riduzione generale dei prezzi.
Tassi alti: la fotografia scattata dal Centro studi di Unimpresa
Il Centro Studi di Unimpresa ha scattato una fotografia al settore creditizio che sta attraversando un vero e proprio shock. Gli elevati tassi di interesse hanno causato tagli ai prestiti, ai finanziamenti ed ai mutui richiesti dalle famiglie e dalle imprese. L’inasprimento dei tassi di interesse ha causato una stretta creditizia: gli istituti bancari hanno subito una riduzione dei finanziamenti aziendali per quasi 40 miliardi di euro.
La domanda per i mutui prima casa è rimasta ferma e la riduzione è stata pari a dieci miliardi di euro. Anche i prestiti personali sono crollati di quasi 15 miliardi di euro, mentre il credito al consumo è cresciuto di cinque miliardi di euro. Molte famiglie ed imprese fanno fatica a rispettare le scadenze delle rate dei prestiti e mutui.