Due ragazze provenienti dall Georgia hanno vissuto una storia pazzesca. Infatti, le due giovani hanno scoperto di essere gemelle e di essere state separate alla nascita, vendute poi a due famiglie adottive diverse. L’assurda vicenda potrebbe essere la trama di un film, invece è tutto vero ed è stato documentato dalla BBC.
Gemelle separate alla nascita si ritrovano grazie a TikTok
Una tipica conversazione fra due giovani ragazze su un social. Stessa musica preferita, stessa passione per il ballo e persino stessa condizione patologica: una particolare malattia genetica ossea, la displasia. Una situazione che potrebbe riguardare chiunque, ma che, per loro, ha avuto un risvolto davvero inaspettato.
Due ragazze di origini georgiane hanno, così, deciso di incontrarsi alla metropolitana Rustaveli di Tblisi e scoperto di essere gemelle separate alla nascita:
Era come guardarsi allo specchio, la stessa identica faccia, la stessa identica voce. Io sono lei e lei è me
Queste le parole di Amy Khvitia dopo l’incontro con Ano Sartania. La certezza ha spinto le due a indagare più a fondo sulle loro origini e così hanno chiesto spiegazioni alle loro famiglie. Le giovani hanno appreso di essere state adottate separatamente a due settimane di distanza l’una dall’altra nel 2002. Purtroppo, però, il racconto non è roseo come sembra.
Dopo che Amy ha deciso di pubblicare un post Facebook per condividere la loro storia, una donna tedesca ha commentato sostendendo che la madre, mentre si trovava all’ospedale di Kirtskhi, avrebbe dato alla luce due gemelle proprio nel 2002. Alla donna, però, era stato detto che le piccole erano morte subito dopo il parto.
Da qui i dubbi sulla loro vera identità hanno portato allo svolgersi di alcuni test del DNA, i quali hanno svelato che la ragazza di Facebook è una terza sorella, che vive con la madre biologica a Aza in Germania. Amy e Ano partite per Lipsia, dove hanno incontrato la madre biologica e la sorella.
Pian piano i pezzi del puzzle si sono uniti: come ricostruito dalla BBC, il loro non è un caso isolato. Dagli anni ’50 al 2005 sono oltre 100 mila i bambini rubati e poi venduti, facendo credere alle madri che siano morti prematuramente. Il fenomeno è talmente ampio, che in molti hanno intrapreso la strada dei social per ritrovarsi.
Il primo incontro casuale e il video su TikTok
Prima di incontrarsi a Rustaveli, Amy e Ano si erano già viste da piccole. Infatti, ormai 12enne Ano aveva deciso di partecipare alla versione georgiana di “Georgia’s Got Talent”, che trasmessa in tv, era stata vista dalla piccola Amy. Il fatto curioso aveva spinto molti a chiedere alla famiglia Khvitia:
Tutti chiamavano mia mamma e chiedevano: “Perché Amy balla sotto un altro nome?”
Dice Amy, ricordando l’episodio. I genitori, ovviamente, avevano risposto che ognuno ha 7 sosia nel mondo e la spiegazione aveva convinto la ragazzina. Dopo quasi sette anni, nel novembre 2021, Amy ha postato su TikTok un video di se stessa mentre si fa fare un piercing. Il video capita nei “Per te” di un amico di Ano, che colpito dalla somiglianza, lo mostra all’amica.
Così, Ano prova a contattare la ragazza così somigliante a lei, cercandola su un gruppo universitario. Il messaggio arriva con un passaparola proprio a Amy.
L’iniziativa di Tamuna Museridze
La prima ad accorgersi del potere dei social per ritrovare la propria famiglia è stata la giornalista Tamuna Museridze, la quale, pulendo casa della defunta madre, ha trovato i documenti relativi alla propria nascita, ma si è accorta che i dati fossero sbagliati.
Da qui, l’idea di creare un gruppo Facebook chiamato “Vedzeb” che tradotto significa “Sto cercando“. Gli utenti possono iscriversi al gruppo e cercare i propri familiari. Ogni giorno vengono pubblicati centinaia di post in cui madri raccontano storie come quella di Amy e Ano. È venuto, così, a galla un immenso circuito di traffico illecito nazionale di bambini: sono più di 230 mila le persone coinvolte.
La stessa Museridze ha dichiarato:
La portata è inimmaginabile, sono stati rubati fino a 100 mila bambini. È stato un evento sistemico
Secondo la giornalista, infatti, il sistema corrotto avrebbe visto la connivenza di tutte le sfere della società: dai tassisti agli alti funzionari del governo, che avrebbero falsificato i documenti necessari per le adozioni illegali. Il prezzo dei bambini era altissimo e spesso potevano permetterselo soltanto famiglie straniere provenienti da Stati Uniti, Canada, Cipro, Russia e Ucraina.
Dal 2005 la Georgia ha inasprito le leggi sulle adozioni e nel 2006 ha rafforzato quelle anti-tratta, rendendo più difficili le adozioni illegali e portando all’arresto, nel 2015, del direttore generale dell’ospedale di maternità di Rustavi, Aleksandre Baravkovi – poi scagionato.