Obbligazioni subordinate MPS: boom di rialzi in arrivo. L’aumento della quotazione dei bond emessi dalla Monte dei Paschi riflette l’andamento generale, ma anche l’avvio dell’istituto bancario senese del processo di privatizzazione.

L’intermediario bancario di Siena rappresenta un asset oggetto di privatizzazione: due mesi fa il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha ceduto una quota di 25 punti percentuali ben maggiore rispetto alle aspettative, incassando oltre 900 milioni di euro e riducendo al 39% del capitale.

Secondo un’intesa sottoscritta con la Commissione europea, l’istituto senese dovrà liberarsi dei titoli azionari rimanenti. La proiezione che il MEF azzeri la sua partecipazione è stata ben accolta dagli investitori. Inoltre, l’istituto senese è tornato a generare utili dopo essere risanata a spesa dei cittadini.

Scopriamo in questa guida quali sono le ragioni alla base dei rialzi delle obbligazioni subordinate MPS.

Obbligazioni subordinate MPS: “valanga” di rialzi

Le obbligazioni subordinate MPS in scadenza il 18 gennaio 2028 (ISIN: XS1752894292) ha un prezzo pari ad oltre 100, mentre durante la stagione autunnale dell’anno 2022 la quotazione era scesa ad un minimo di 45 cent. In poco più di un anno si è registrato un vero e proprio boom di quasi 130 punti percentuali. Il tasso di interesse annuo al lordo che viene corrisposto all’obbligazionista è pari all’IRS a cinque anni oltre ad un margine pari a cinque punti percentuali. Il rendimento lordo si attesta al 6,9%.

Prendendo in considerazione l’altra obbligazione “callable” (ISIN: XS2106849727) con scadenza 22 gennaio 2030, il prezzo del titolo obbligazionario è aumentato a oltre 100 rispetto a 45 centesimi della stagione estiva 2022. Anche in questo caso il boom registrato è stato di quasi il 120 percento.

Come si può notare le obbligazioni subordinate MPS hanno registrato appetitosi rialzi. A cosa sono dovuti? Oltre al trend generale del mercato obbligazionista ed all’atteso calo dei tassi di interesse, ad influire sull’aumento dei prezzi delle obbligazioni MPS è anche il processo di privatizzazione.

Gli investitori si attendono che nei prossimi mesi la partecipazione del MEF si annulli. Nel corso degli ultimi mesi la banca con sede in Piazza Salimbeni è tornata a generare utili d’esercizio dopo aver subito un risanamento a spese dei cittadini italiani.

Il processo di privatizzazione di MPS è ben accolto dagli obbligazionisti

Il prezzo delle obbligazioni subordinate MPS ha subito un netto rialzo: il processo di privatizzazione piace agli investitori e rappresenta un momento cruciale per il ritorno alla stabilità economico-finanziaria della banca senese.

Dopo un lungo periodo di difficoltà legali ed economiche, nel mese di novembre 2023 il MEF ha annunciato la cessione del 25% del suo pacchetto azionario. Entro la fine dell’anno 2024 si dovrebbe perfezionare il processo di privatizzazione dell’istituto bancario senese.

La necessità di avviare e di completare in fretta il processo di privatizzazione dell’istituto bancario senese ha come obiettivo principale quello di rafforzare la situazione patrimoniale e finanziaria della banca. Nel corso degli anni, MPS è sempre stata oggetto di continui salvataggi da parte dello Stato e ciò ha comportato un onere a carico della collettività italiana amministrata.

Il processo di privatizzazione dell’intermediario bancario consentirà allo Stato italiano di liberare risorse che saranno utilizzate per ridurre il debito pubblico italiano e per indirizzarle verso altri settori prioritari, come l’istruzione e la sanità. L’incremento del debito pubblico nazionale è ciò che preoccupa maggiormente il governo: la vendita della quota detenuta dal Tesoro in MPS può essere utilizzata per ridurre il debito pubblico tricolore.

La riduzione del debito comporterebbe molti vantaggi per il Belpaese: in primis il costo degli interessi sui prestiti viene ridotto, vengono liberate risorse che possono essere impiegate in altri comparti. Grazie alla riduzione del debito pubblico viene migliorata la credibilità finanziaria e per l’Italia sarebbe molto più semplice ottenere prestiti a condizioni più favorevoli.