Si chiama Eli Lilly, è un’azienda farmaceutica, una di quelle società classificate semplicemente come “gigante” dagli esperti di economia, comunque un colosso grazie a un farmaco antiobesità. Ebbene, il marchio Eli Lilly ha superato Tesla alla Borsa di New York, ed è l’ulteriore segno di una mazzata per l’azienda di auto elettriche con base ad Austin, Texas. Tanto che la creatura del fantamiliardario Elon Musk è uscita dai Magnifici 7 dei titoli a Wall Street, in cui rientrano anche Alphabet, Amazon, Apple, Meta, Microsoft e Nvidia.
Quanto ha perso Tesla a Wall Street? Elon Musk raccoglie i pezzi
L’ultima botta in ordine di tempo un segno “meno” con un 11% accanto. Una perdita da 70 miliardi di dollari. Praticamente una costante dell’ultimo periodo, considerando che solo ieri la società ha dovuto annunciare una trimestrale ben inferiore alle attese. Ricavi da 25,17 miliardi rispetto ai 25,6 previsti, per un -16% rispetto a un anno fa.
Musk sente sul collo il fiato dei costruttori cinesi e dice che, senza dazi, il destino sarà quello di soccombere al cospetto del gigante Pechino. BYD, tre lettere e tanti guai per il magnate statunitense nato in Sudafrica: si tratta infatti della prima concorrente di Tesla, capace di superarla nelle vendite di veicoli elettrici nel quarto trimestre del 2023.
Musk vorrebbe i dazi per i cinesi e intanto subisce l’avanzata di BYD
Poco incoraggianti le prospettive, mentre la casa texana mette le mani avanti dicendo che la “crescita del 2024” sarà inferiore a quella del 2023 perché stanno lavorando alla prossima generazione di veicoli elettrici. Nessuna previsione annunciata però sugli ordini, che restano in crescita ma non come in passato (e qui c’è poco da incolpare i cinesi). Senza dimenticare la spada di Damocle dei tassi d’interesse che, se non si abbasseranno, ha già detto Musk, non potranno accompagnare numeri positivi.
Come se in casa Tesla non bastassero gli attacchi degli androidi…