Cresciuto nel vivaio della Roma, con i colori giallorossi stampati sul cuore. Di ruolo difensore, Fabio Petruzzi ha vissuto nove stagioni con la maglia del club capitolino in Serie A, diventando man mano un punto fermo in società. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, inizia prima la sua carriera da allenatore e poi quella da opinionista sportivo. Sempre sincero, mai banale, per commentare la nuova Roma di Daniele De Rossi, Petruzzi è intervenuto in esclusiva a Tag24.

La Roma di De Rossi, Petruzzi a Tag24

La Roma di Daniele De Rossi si prepara per la prossima sfida. Dopo aver vinto l’esordio con il Verona, seppur soffrendo, e dopo aver battuto anche l’Al-Shabab nell’amichevole infrasettimanale organizzata dal club capitolino, ora pensa solo alla gara di lunedì sera contro la Salernitana. Il nuovo allenatore è sicuro di poter fare bene, ha accettato questa sfida e sta cercando di cambiare il modo di giocare dei suoi ragazzi. Si giocherà le sue chance fino alla fine, consapevole di dover centrare almeno un posto in Europa. I tifosi sono tutti dalla sua parte, d’altronde Daniele è un pezzo di storia di questa società ed è stato un calciatore e un capitano apprezzato e amato infinitamente. Vincere con questa maglia, da allenatore, sarebbe un sogno. Per commentare il momento della Roma e l’impatto di De Rossi, Petruzzi, che in carriera ha vestito questa maglia, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Già due partite per la nuova Roma di Daniele De Rossi (una di campionato e un’amichevole), come vedi questa squadra?

“E’ ancora presto per fare ogni tipo di valutazione, perché ha avuto davvero pochi giorni di allenamento. Di sicuro però si è intravisto qualcosa, una bozza di ciò che vorrà fare a partire da un sistema di gioco diverso. Sta impostando la squadra sulla base di un 4-3-3 o di una sorta di 4-3-2-1, anche se El Shaarawy era esterno alto e Dybala un po’ più interno. Di sicuro è un sistema di gioco diverso, fatto di possesso palla in avanti, con un tocco o due tocchi. Un giro palla molto più veloce, a cercare Lukaku, con tutti in movimento. Ho visto anche un aggressione di profondità più intensa”.

Quindi un gioco già più propositivo rispetto a quello che faceva Mourinho?

“Penso che nessuno si potrebbe offendere se diciamo questo, niente di assurdo. Il 3-5-2 di Mourinho era più portato verso un possesso di palla orizzontale, mentre il modulo di De Rossi tende ad andare più in profondità”.

Un paio di giorni fa l’amichevole in Arabia Saudita, secondo molti uno spreco di energie. Tu cosa ne pensi?

“Questa era un amichevole già organizzata da tempo e si doveva rispondere allo sponsor. Non mi scandalizza, perché era una decisione presa da mesi e a questo punto non ci si poteva più tirare indietro. È chiaro che sarebbe stato meglio evitarla, perché Daniele avrebbe avuto molto più tempo per prepararsi al campionato, senza viaggiare. Però se guardiamo le note positive è stato un test importante per valutare anche giovani ragazzi, di cui lui ha già parlato”.

Con Daniele De Rossi potrebbero rinascere anche calciatori come El Shaarawy o Pellegrini?

“Bene o male anche con Mourinho Pellegrini ha sempre giocato e il primo anno ha fatto benissimo. Poi ha avuto tutta una serie di infortuni e quando è arrivato Dybala ha dovuto modificare il suo ruolo e non è riuscito a ripetersi. Per El Shaarawy invece la situazione è ben diversa, secondo me è un calciatore che messo nella sua posizione naturale può ancora dare tanto e fare la differenza. Lo abbiamo già visto anche l’altra sera in campionato”.

Mourinho lascia la Roma dicendo che non è una squadra da primi quattro posti, adesso arriva De Rossi: che cosa deve fare per essere confermato sulla panchina giallorossa, qual è il suo obiettivo?

“Non so dove deve arrivare, ma credo che questa sia una rosa importante e competitiva, che può stare tranquillamente nei primi quattro posti. È sotto gli occhi di tutti che il girone di andata sia stato deludente, la Roma ha avuto battute di arresto importanti, pur facendo a tratti buone gare. Alla fine i risultati parlano chiaro. Penso che Daniele sia un predestinato, un grandissimo allenatore e mi auguro che possa esserlo per la Roma, da qui al resto della sua carriera. Se vincesse con i giallorossi sarebbe il massimo, il sogno di tutti”.

Quindi hai fiducia in De Rossi?

“Daniele è un ragazzo molto intelligente, è avanti a tutti e sa bene di dover ragionare partita dopo partita, cercando di fare più punti possibili. Penso lui sappia che questa squadra può arrivare nei primi quattro posti, perché calciatori del calibro di Lukaku e Dybala, seppure a mezzo servizio, non tutti li hanno. Penso lui possa giocarsi le sue chance e rimanere alla guida della Roma. Ho detto che è un predestinato perché ne ho visti pochi di calciatori in campo essere già allenatori, e uno di questi era Pep Guardiola con cui ho giocato insieme. L’altro è Daniele, può fare davvero bene e continuare con la Roma, pensando a una gara per volta”.