È stata arrestata per aver accoltellato il marito Diego Rota nella loro abitazione di Martinengo, in provincia di Bergamo, alle prime luci dell’alba di oggi, 26 gennaio: ecco chi è la 46enne Caryl Menghetti. La figlia, di 5 anni, è stata momentaneamente affidata ai suoi familiari.
Ha ucciso il marito Diego Rota a Martinengo: ecco chi è Caryl Menghetti
“L’amore conta”, è la scritta che accompagna una delle poche foto pubblicate su Facebook da Caryl Menghetti, la 46enne arrestata nelle scorse ore per aver accoltellato il marito Diego Rota nella loro abitazione di Martinengo, nel Bergamasco.
Lo scatto, che li ritrae insieme, risale al 2018, anno in cui la donna ha dato alla luce la loro unica figlia, ora affidata ai familiari su disposizione della Procura per i minori di Brescia. Sembra che da tempo soffrisse di problemi psichici. Nella giornata di ieri, 25 gennaio, si era presentata all’ospedale di Treviglio lamentando allucinazioni, venendo visitata e poi dimessa con le indicazioni su una cura da seguire a casa.
Poco dopo la mezzanotte, mentre il marito 56enne era in camera da letto, lo avrebbe colpito al corpo e alla gola con un coltello da cucina, togliendogli la vita. Alle prime luci dell’alba di questa mattina è stata fermata con l’accusa di omicidio volontario aggravato dal vincolo familiare che lo legava alla vittima ed è stata portata in caserma a Bergamo. Gli inquirenti la starebbero già ascoltando.
Sembra che tra lei e il marito non ci fossero criticità, che nessuno dei due avesse denunciato l’altro: l’ipotesi è che la donna, trovandosi in uno stato emotivo di fragilità aggravato da una serie di problematiche lavorative e personali, abbia agito per futili motivi, forse senza rendersi conto a pieno di ciò che stava facendo. Almeno per il momento non si esclude, però, nessuna pista.
Il caso di Vita Di Bono, che uccise il marito a Corbetta, Milano
La storia di Caryl Menghetti avrà riportato alla mente di molti quella di Vita Di Bono, la 47enne che il 5 novembre del 2023 uccise il marito Luigi Buccino, di 54 anni, nella loro abitazione di Corbetta, in provincia di Milano.
A dare l’allarme era stato il figlio 24enne, che momentaneamente era tornato a vivere insieme a loro: rincasando il giovane aveva trovato i corpi senza vita di entrambi, chiamando il 112. Al loro arrivo gli inquirenti avevano subito pensato a un caso di omicidio-suicidio.
Stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini, Di Bono avrebbe accoltellato il marito nel sonno per poi togliersi a sua volta la vita con un’arma da taglio. Era affetta da diversi problemi psichici. Problemi che oltre a renderla inquieta la portavano a litigare sempre più spesso con l’uomo con cui da poco aveva celebrato i 29 anni di matrimonio.
Non sono gli unici casi del loro genere. Si pensi anche a quello di Raffaella Ragnoli, la 57enne che il 28 gennaio dello scorso anno uccise il marito Romano Fagoni, di 59, davanti agli occhi del figlio adolescente nella loto abitazione di via Carlini a Nuvolento, in provincia di Brescia.
Attualmente la donna è reclusa in carcere a Venezia con l’accusa di omicidio volontario aggravato: fin dall’inizio sostiene di aver agito “per legittima difesa”, per proteggere il figlio. Sembra infatti che l’uomo gli avesse puntato contro un coltello al culmine di una discussione scoppiata mentre erano seduti a tavola. Lo stesso coltello che lei avrebbe poi impugnato per colpirlo alla gola, togliendogli la vita. Secondo la Procura è colpevole.