Sergio Endrigo è stato un famoso cantautore, vincitore del Festival di Sanremo nel 1968. Endrigo nacque a Pola, in Croazia, il 15 giugno 1933 e morì a Roma il 7 settembre 2005, all’età di 72 anni.

Sergio Endrigo: causa morte, malattia e tomba

La causa della morte di Sergio Endrigo è stata un cancro ai polmoni, che gli era stato diagnosticato alcuni mesi prima. Endrigo è sepolto a Terni, nella tomba di famiglia.

Sergio Endrigo: carriera e canzoni famose

Sergio Endrigo ha trionfato al Festival di Sanremo nel 1968 con “Canzone per te”, si è classificato al secondo posto nel 1969 con “Lontano dagli occhi” e al terzo posto nel 1970 con “L’arca di Noè”. Nel corso della sua carriera, ha collaborato con illustri scrittori e poeti come Gianni Rodari, Pier Paolo Pasolini, Vinícius de Moraes e Giuseppe Ungaretti, e ha condiviso la scena con musicisti del calibro di Toquinho e Luis Bacalov.

Nato a Pola nel 1933 da Romeo Endrigo, pittore e scultore, e Claudia Smareglia, trascorse l’infanzia in Istria. Nel febbraio 1947, a seguito degli eventi successivi alla fine della seconda guerra mondiale e alla cessione di circa metà del territorio della regione Friuli-Venezia Giulia alla Jugoslavia, fu costretto, insieme alla madre (poiché suo padre era deceduto nel 1939), ad abbandonare la sua città natale e a trasferirsi come profugo, prima a Brindisi e poi a Venezia. Questi avvenimenti, narrati anni dopo nella sua canzone intitolata “1947”, segnarono profondamente la sua storia.

Per sostenere economicamente la madre, interruppe gli studi ginnasiali e iniziò a lavorare, svolgendo varie mansioni, tra cui quella di facchino all’Hotel Excelsior e di fattorino alla Mostra del Cinema. Iniziò anche a suonare la chitarra durante questo periodo e, in breve tempo, trovò un ruolo come cantante e contrabbassista in diverse orchestre, incluso il complesso di Riccardo Rauchi, dove incontrò Riccardo Del Turco, che successivamente diventò suo cognato. Con questa orchestra, fece il suo debutto discografico nel 1959 con un EP che includeva brani come “Non occupatemi il telefono” e “Ghiaccio bollente”.