Per un nuovo domani“, regia di Luca Brignone, è un docufiction sulla storia di Israel Meyer. Ambientato negli anni della Seconda guerra mondiale, intorno al 1940, sarà trasmesso in occasione della Giornata della Memoria, 26 gennaio, su Rai 3 alle 21,20.

Di seguito tutti i dettagli sulla trama, il cast e il significato della storia riportata nel docufilm.

“Per un nuovo domani” è una storia vera?

Per un nuovo domani” è un docufiction che si ispira alla storia di Israel Meyer, un uomo di origine ebrea che negli anni delle legge razziali, fuggì a causa delle persecuzioni.

Inoltre, la pellicola è liberamente tratta dal libro “L’orizzonte chiuso” di Oscar Guidi, Silvia Angelini, Paola Lemmi.

Trama della docufiction

E’ il 1940, l’Italia entra in guerra e i cittadini stranieri presenti nel Paese vengono arrestati o messi sotto sorveglianza, poiché considerati potenziali nemici. Tra questi, anche gli ebrei.

Gli internati vengono privati dei propri beni e dei documenti, sono costretti a rinunciare ad ogni contatto con la popolazione locale, non possono allontanarsi dal territorio comunale se non hanno l’autorizzazione speciale, devono presentarsi in orari stabiliti alla stazione di polizia, devono uscire di casa solo durante il giorno.

Israel Meyer è uno di loro, un ebreo che dovrà sopravvivere alla convivenza forzata della comunità di cui fa parte, affrontando tutte le difficoltà di integrazione, i divieti ferrei, le continue umiliazioni, la solidarietà della popolazione.

Cast “Per un nuovo domani”

Neri Marcorè e Giorgia Guerra sono i protagonisti della docufiction in onda questa sera su Rai 3. Il personaggio principale Meyer è interpretato dall’attore marchigiano che in un’intervista rilasciata a Repubblica ha riferito di aver accettato con prontezza la proposta lavorativa perché l’Olocausto è una cosa che ogni volta lo tocca nel profondo.

Marcorè ha affermato che le leggi razziali sono una delle pagine più raccapriccianti della storia dell’umanità e pertanto è fondamentale ricordare con la speranza che tutto ciò che è avvenuto in passato non si ripeta.

Tuttavia è consapevole che l’essere umano non è in grado di imparare dai propri errori dato i continui massacri, le guerre che viviamo ogni giorno.

Significato della docufiction

C’è ancora un domani” è stato pensato dal regista come un mezzo per raccontare e ricordare il passato storico orribile che molti dei nostri cari hanno vissuto in prima persona. Inoltre è un omaggio alle vittime dell’internamento e agli italiani che con coraggio e forza hanno fatto resistenza senza mai voltarsi dall’altra parte, anzi hanno tentato in ogni modo di aiutare chi si trovava in difficoltà e rischiava di morire.

Chi è Israel Meyer

Israel Meyer è nato il 6 novembre 1901 nell’attuale Ucraina dove frequentò la facoltà di Medicina dell’Università di Praga e si sposò con Paula Langnas, di dodici anni più giovane. I due si trasferirono nel 1932 a Pisa. Entrambi medici, qualche anno dopo l’arrivo in Italia, le loro carriere vennero interrotte dalle leggi razziali e dall’internamento nei campi per ebrei stranieri.

Nel 1940, a causa delle leggi razziali, Meyer fu deportato a Isola del Gran Sasso (Teramo), in un campo destinato agli ebrei stranieri, ai cinesi e agli oppositori del regime. Durante il trasferimento a Ferramonti (Cosenza), ritrovò la moglie Paula e la cognata Friederika.

In quel posto macabro, Israel Meyer divenne, tuttavia, un punto di riferimento per la comunità degli internati e allo stesso tempo un corrispondente per la DELASEM. Il suo impegno sociale e umano le fece fondare “La Barchetta”, una sinagoga che divenne poi una scuola per 13 bambini di differente età.

L’equilibrio formatosi, però, si ruppe dopo la firma dell’armistizio, l’8 settembre 1943. Le forze tedesche occuparono l’area, smantellarono il campo e mandando i suoi occupanti prima a bagni di Lucca, poi a Firenze e Milano e infine ad Auschwitz il 6 febbraio 1944.

Israel e la sua famiglia riuscirono a mettersi in salvo, nascondendosi per più di un anno fino a superare la linea gotica e raggiungere l’Italia libera, era il 5 dicembre 1944.