Nel contesto dell’attuale scenario economico, si evidenzia un’importante novità normativa riguardante il settore bancario italiano. Si tratta di una misura fiscale introdotta dal decreto-legge n. 104 del 10 agosto 2023, che prevede l’applicazione di un’imposta straordinaria sulle banche, nota anche come tassa sugli extraprofitti delle banche. Questa imposta ha come obiettivo quello di incidere sull’incremento dei margini di interesse realizzati dalle banche.
Tassa extraprofitti banche: calcolo imposta, come funziona
Il cuore di questa normativa è la metodologia di calcolo dell’imposta. Il legislatore ha stabilito che l’imposta sia calcolata applicando una percentuale del 40% sull’incremento del margine di interessi. Quest’ultimo è definito come la differenza tra il margine di interesse dell’esercizio precedente al 2024 e quello dell’esercizio precedente al 2022, a condizione che questa differenza sia almeno del 10%. È importante notare che il calcolo si basa sui margini di interessi come riportati nella voce 30 del conto economico delle banche, redatto secondo gli schemi della Banca d’Italia.
Limitazioni e condizioni specifiche
Per evitare un onere fiscale eccessivo, il legislatore ha imposto una limitazione significativa: l’ammontare della tassazione non può superare lo 0,26% del totale dell’esposizione al rischio dell’istituto bancario, riferito all’esercizio precedente al 1° gennaio 2023.
Tassa extraprofitti banche: codici tributo e modalità di versamento
Per effettuare il versamento dell’imposta, è essenziale utilizzare il modello F24. A questo scopo, l’Agenzia delle Entrate, con la Risoluzione n. 7 del 24 gennaio 2024, ha istituito specifici codici tributo:
- Codice 2717 per l’imposta straordinaria sull’incremento del margine di interesse;
- Codice 1947 per gli interessi relativi a tale imposta;
- Codice 8955 per le sanzioni legate a tale imposta.
Questi codici devono essere indicati nella sezione “Erario” del modello F24, specificando l’anno di imposta nel formato “AAAA“.
Scadenze per il versamento
Le scadenze per il versamento dell’imposta sono strettamente legate alla chiusura dell’esercizio finanziario delle banche. In generale, il pagamento deve essere effettuato entro il sesto mese successivo alla chiusura dell’esercizio precedente al 2024. Tuttavia, per le banche che approvano il bilancio oltre i quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio, il versamento deve avvenire entro il mese successivo all’approvazione del bilancio. Inoltre, per gli esercizi non coincidenti con l’anno solare, se la scadenza cade nel 2023, il versamento deve essere eseguito entro il 31 gennaio 2024.
Tassa extraprofitti banche: controversie
In un articolo di novembre 2023 pubblicato da Il Post, si è discusso delle recenti decisioni di varie banche italiane riguardo la non partecipazione al pagamento dell’imposta sugli “extraprofitti”, introdotta ad agosto dello stesso anno. Questa tassa, originariamente progettata per tassare i guadagni aggiuntivi derivanti dall’aumento dei tassi di interesse su mutui e prestiti, ha incontrato una svolta quando le banche hanno optato per un’alternativa prevista dalla legge: invece di pagare la tassa, hanno deciso di utilizzare due volte e mezzo l’importo dovuto per rafforzare le proprie riserve. Questa scelta ha l’effetto di consolidare i bilanci delle banche piuttosto che fornire risorse allo Stato, come inizialmente previsto dalla normativa.
Come detto, l’imposta straordinaria deve essere calcolata come il 40% dell’incremento del margine di interesse tra il 2023 e il 2021. Tuttavia, la legge modificata permette ora alle banche di accantonare una somma pari a due volte e mezzo l’importo della tassa nelle “riserve indisponibili”, utilizzabili solo per coprire perdite. Ciò ha un impatto significativo sulla solidità dei bilanci bancari, ritenuto importante dopo la crisi finanziaria del 2008.
Secondo le stime, le 12 banche italiane quotate in borsa dovevano allo Stato circa 1,8 miliardi di euro, coprendo circa il 75% del mercato. La Deutsche Bank ha stimato che la tassa sugli altri istituti sarebbe stata di circa 300 milioni di euro, portando il totale a poco più di 2 miliardi di euro.