Cresciuto nelle giovanili della Roma, romano e romanista da sempre, Antonio Di Carlo, conosciuto da tutti come Tony, è rimasto sempre molto legato ai colori giallorossi. Trequartista dotato di grande talento, qualità e fantasia, è stato capace di reinventarsi per conquistare un posto da protagonista anche con Sven Goran Eriksson, che lo ha sfruttato come ala. Tre stagioni con i capitolini in Serie A, dal 1984 al 1987, per commentare il momento della Roma, l’arrivo di De Rossi e le dichiarazioni di Lukaku, Di Carlo è intervenuto in esclusiva a Tag24.

La Roma di De Rossi e le parole di Lukaku: Di Carlo a Tag24

Contro l’Al-Shabab in Arabia Saudita, in un’amichevole a tratti incomprensibile in questa fase del campionato, la nuova Roma di Daniele De Rossi conquista la sua seconda vittoria in pochi giorni e acquisisce entusiasmo. Il mister è al lavoro ormai da una settimana e sa bene che dovrà giocarsi le sue chance in Serie A. Tornare in corsa per l’Europa che conta è l’obiettivo dei giallorossi, scossi dall’esonero di Mourinho e consapevoli del rapporto, ormai ostile, tra il club e la tifoseria. Su questo sfondo, si inseriscono anche le dichiarazioni di Lukaku, che strizza l’occhio all’Arabia Saudita. Nel frattempo, mister Daniele, pensa solo alla Salernitana, prossima avversaria dei suoi ragazzi. Per commentare il momento della Roma, l’impatto di De Rossi e le parole di Lukaku, Di Carlo, che ha vestito la maglia giallorossa in carriera, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

La Roma di Daniele De Rossi vince anche in Arabia Saudita. Cosa pensi della decisione, da parte della società, di inserire un amichevole del genere nel mezzo di una settimana di campionato?

“Questa amichevole era già stata programmata ed evidentemente la Roma non si è potuta tirare indietro. Purtroppo nel calcio di oggi ci sono degli interessi economici che vanno al di là del campo. Non entro in merito a questo tipo di scelte, perché non fa parte di me”.

De Rossi nel frattempo lavora con la Roma da una settimana. Sei felice della scelta fatta dal club?

“Devo ammettere che da questo momento in poi sono tornato ad essere un vero tifoso della Roma. Lo sono sempre stato, ma ora lo sono ancora di più, in modo più accanito. Onestamente il gioco che offriva Mourinho non era all’altezza della sua fama. La maggior parte delle partite, i giallorossi le hanno buttate e lui, nel post gara, parlava sempre di altro e non di calcio, e questa squadra non otteneva risultati. Dobbiamo guardare in faccia la realtà, e io adesso sono molto contento. Mi auguro prima di tutto che vada bene per Daniele. È un bravo ragazzo, l’ho visto crescere ed è stato capitano della Roma. Spero possa fare molto bene”.

Mourinho lascia una squadra secondo lui non all’altezza del quarto posto. Cosa si chiede a De Rossi, quale deve essere l’obiettivo?

“Mourinho ha ragione quando dice che questa squadra non è da quarto posto, ci sono compagini molto più forti. Se la vogliamo dire tutta, per come giocava non era neanche da ottavo o nono posto, ma forse da quindicesimo. È chiaro però che la qualità e il livello dei calciatori della Roma è superiore a tante squadre di bassa classifica, ma sotto il profilo tecnico, subiva il gioco di chiunque. Bastava essere leggermente organizzati. Ora Daniele dovrà riportare un po’ di entusiasmo, fare qualche vittoria importante e tornare in corsa per l’Europa”.

Ha la qualità per farlo e per giocarsi ogni carta per il futuro, oppure pensi sia semplicemente un traghettatore?

“Io penso che se dovesse fare bene verrebbe preso in considerazione. Per ora si giocherà le sue chance in questi mesi, ma molto dipenderà da lui. Se dimostra di essere un buon tecnico, se lavora seriamente, se fa giocare bene la squadra e riporta compattezza nello spogliatoio, anche se non dovesse centrare l’Europa, secondo me il club dovrebbe pensarci. Poi invece, se non arrivano i risultati, è ovvio che parliamo solo di un traghettatore. Se va bene, non lo manderanno via”.

Ti aspetti quindi anche un tipo di gioco diverso?

“Assolutamente, questa è la prima cosa. Mi aspetto una squadra un po’ più organizzata, che sappia quello che deve fare in campo e che sia messa meglio a livello tattico. Vedere uno come Pellegrini, il capitano della Roma, in panchina, era una tristezza per me e probabilmente per tanti romanisti. Il suo ritorno è stato segnato da un gol e questa è una cosa importante per tutta Roma”.

Fanno discutere intanto le dichiarazioni di Lukaku, che apre al campionato saudita. Come commenti?

“Parla così perché il campionato saudita è quello con più soldi. Dove stanno i soldi diventa il campionato più forte, perché i giocatori sono attratti dal denaro ed è chiaro che se gli fanno determinate offerte, finiscono per accettarle. Vanno da chi li paga di più, probabilmente lo faremmo anche noi”.