Anche per le aziende operanti in ambito crypto arriva prima o poi il momento di rivolgersi agli investitori per racimolare risorse finanziarie. A renderlo necessario è il fatto che i piani di sviluppo in ambito tecnologico comportano lavori lunghi e impegnativi, in cui sono impiegati specialisti che devono essere remunerati per l’operato svolto.
Per farlo, quindi, le società passano da una fase privata a una pubblica, rivolta a coloro che sono alla ricerca di opportunità di investimento remunerative. Per farlo, possono optare per alcune procedure, tra le quali spicca l’Initial Public Offering (IPO). Di cosa si tratta precisamente?
IPO: cosa sono le Initial Public Offering
Il passaggio dalla fase privata a quella pubblica è molto importante. Se nella prima è possibile valutare un’azienda secondo criteri che possono esulare dal mercato, nella seconda il quadro muta del tutto. La nuova fase, peraltro, implica l’adesione a normative più severe, costringendo chi si propone sul mercato a maggiori livelli di divulgazione e trasparenza dell’organizzazione.
Le Initial Public Offering rispondono in effetti a questi criteri. Proprio per questo motivo sono state adottate anche dal settore legato all’innovazione finanziaria. Un settore troppo spesso collegato a pratiche opache e veri e propri raggiri che ne hanno offuscato la reputazione.
Le IPO rappresentano in pratica il momento in cui le società interessate offrono i propri titoli sul mercato. Nel farlo si propongono di finanziare con soldi provenienti da investitori esterni i propri piani di crescita. L’afflusso di denaro pubblico, però, comporta un nuovo modo di condurre i processi gestionali all’interno dell’azienda. Ecco perché le IPO possono rappresentare un buon biglietto da visita per le imprese, anche quelle del settore crypto.
Come funzionano le IPO crypto?
Le procedure cui devono sottoporsi le aziende crittografiche per diventare pubbliche, non divergono sostanzialmente da quella affrontata dalla Compagnia delle Indie Orientali, prima in assoluto ad affrontare l’esame dei mercati.
La procedura prevista in questi casi è quindi la seguente:
- scelta di un sottoscrittore o di una banca di investimento cui spetterà il compito di guidare ogni fase del processo di offerta iniziale al pubblico;
- registrazione dell’IPO, per la quale devono essere espletati passaggi ben precisi indicati dalle normative esistenti in materia;
- revisione da parte di un regolatore del mercato. In questo passaggio sono esaminati con grande cura sia la documentazione, ad esempio il white paper, che i piani della società, in maniera da riuscire a capirne i vantaggi che possono derivarne per gli investitori e la rispondenza della prima alle leggi;
- presentazione della domanda a un exchange di criptovaluta, ovvero la piazza finanziaria su cui l’azienda intende far quotare i propri token in vista del debutto;
- impostazione del prezzo iniziale dei token che deve caratterizzare l’Initial Public Offering;
- decisione dell’allocazione delle monete, ovvero le modalità di distribuzione al pubblico degli investitori.
Un altro passo essenziale, in vista dell’IPO vera e propria è naturalmente quello rappresentato dalle iniziative promozionali. Ogni azienda che offre i propri beni per reperire risorse sul mercato deve naturalmente suscitare interesse e per farlo deve riuscire a presentarsi al meglio. Le modalità possono variare da società a società, ma l’intento è sempre lo stesso: far conoscere i propri intenti e convincere il maggior numero di trader a partecipare all’IPO.
Cosa tenere presente, prima di partecipare ad una Initial Public Offering
Se si è interessati a partecipare ad una IPO, occorre tenere presenti alcuni fattori di rilievo. Il primo dei quali è rappresentato dal fatto che solitamente queste procedure prevedono un tempo di blocco per i beni acquistati. Si tratta di un dato molto importante, in quanto non di rado le criptovalute calano sensibilmente nei giorni successivi all’offerta pubblica. Si può cioè restare schiacciati da un calo drastico, senza alcuna possibilità di reazione proprio a causa del blocco previsto.
Al tempo stesso, va rilevato che molto spesso gli intermediari tendono a dare un prezzo agli asset che è inferiore a quello di mercato. La spiegazione di tale comportamento è molto semplice: così facendo si può convincere un maggior numero di investitori a partecipare, aiutando il prezzo dell’asset a crescere rapidamente e in maniera vistosa, richiamando di conseguenza altri trader. Basta in effetti vedere quanto successo nel caso dell’IPO di Coinbase, con la crescita della capitalizzazione sino a 85 miliardi di dollari in poche ore.