La sua storia la conosciamo tutti. Ventisette anni fa il suo sequestro in Ogliastra ci tenne tutti con il fiato sospeso. Nove mesi in cui tutto il paese attese la notizia della sua liberazione, notizia che alla fine in un freddo giorno di novembre del 1997 arrivò.

Oggi Silvia Melis è un’imprenditrice e una consulente del lavoro e, da qualche giorno, anche candidata alle elezioni regionali della Sardegna e affronta questa nuova avventura “emozionata, carica e determinata”.

Oggi come allora, Silvia Melis ha scelto di non farsi definire dal passato. Di non lasciare che quei tragici giorni di prigionia definissero il resto della sua vita, il suo futuro.

Oggi come allora ha scelto la sua terra, ha scelto di non lasciare la Sardegna e di non abbandonare l’Ogliastra. Ha scelto di impegnarsi in prima persona per migliorare le cose, per contribuire a migliorare la vita dei suoi corregionali e soprattutto di essere da esempio ai tanti giovani che come lei hanno scelto di non abbandonare la loro bellissima, ma complicata terra.

Alle prossime elezioni regionali in programma il 25 febbraio Silvia Melis concorrerà per un posto in consiglio regionale nella lista Fratelli d’Italia per l’Ogliastra a sostegno del candidato governatore del centrodestra Paolo Truzzu.

Noi l’abbiamo intervista ieri e ci ha raccontato, con un filo di emozione, la nuova avventura che si appresta a vivere.

Silvia, la tua candidatura è arrivata un po’ a sorpresa, cosa ti ha spinto a candidarti?

“Ciò che mi ha spinto principalmente è stato il desiderio di fare qualcosa per l’Ogliastra. Io ho fatto una scelta ben precisa all’indomani del sequestro, ovvero, quella di rimanere qui, in un ambiente a me familiare perché la comunità mi era stata molto vicina, mi aveva protetto quindi sentivo che era mio dovere restare qui. Negli anni ho maturato delle competenze professionali e nel sociale che volevo mettere a disposizione. Questo mi ha un po’ spinto ad un impegno politico che avevo sempre conservato nel mio cuore, ma al quale non avevo mia ceduto per non sfruttare quella che era stata la mia vicenda e la mia esposizione mediatica. Alla fine, però, il mio desiderio di potermi occupare di politica e dei problemi del mio territorio mi ha coinvolto. Ho sentito proprio il bisogno di doverlo fare, perché avevo anche un desiderio di espormi nei confronti dei giovani, di tutti quei giovani che vogliono restare in Ogliastra, che hanno lo stesso desiderio che ho avuto io subito dopo il sequestro.”

Hai fatto riferimento alla terribile esperienza del sequestro. Allora decidesti di restare nella tua terra. La scelta che hai fatto oggi, la tua candidatura può essere considerata come una riconferma di quella scelta fatta 27 anni fa? Una riconferma del tuo amore per l’Ogliastra e per la Sardegna?

“E’ proprio così, soprattutto per i giovani che hanno fatto la stessa scelta che ho fatto io”.

Perché hai scelto di candidarti con il centrodestro e con il candidato governatore Paolo Truzzu?

“Ho scelto di candidarmi con il centrodestra per diverse ragioni e la mia decisione è stata rafforzata dal fatto che mi candido con un partito che condivide una visione simile alla mia su molti temi. Una visione condivisa del mondo del lavoro, dal momento che io come consulente del lavoro affronto tutti i giorni le problematiche legate ai lavoratori, alle aziende e quindi allo sviluppo. Le tematiche del lavoro, condivise dal partito, sono per me fonte di ispirazione e convinzione che siano le scelte politiche più corrette e che possano creare sviluppo sia a livello nazionale e regionale sia nella provincia di Ogliastra. Per quanto riguarda il candidato presidente Paolo Truzzu, invece, ho avuto modo di conoscerlo e ha riposto in me fiducia. Ammiro la sua visione in prospettiva futura perché tutti gli impegni che ha portato avanti come sindaco di Cagliari sono una visione futura di quello che sarà il miglioramento della qualità della vita per quella città, e quindi spero che ciò accada anche a livello regionale”

Quali sono i temi che ti stanno a cuore, su cui concentrerà la sua campagna elettorale?

“Sicuramente il lavoro che è quello su cui sono più competente ma, visto il territorio dove opero i principali temi sono il turismo, l’industria, il commercio, e l’agroalimentare che devono essere attentamente considerati in funzione di un prossimo sviluppo integrato. È essenziale concentrarsi sui paesi interni, affrontando tematiche cruciali come lo spopolamento, il potenziamento dei trasporti interni, e la capacità di creare e commercializzare le eccellenze del nostro territorio e in particolar modo (non ultimo) la difesa dei servizi essenziali come la sanità e l’istruzione in ogni piccola comunità dell’Ogliastra, poiché sono i pilastri fondamentali per costruire il futuro delle nostre prossime generazioni.”.

Silvia si schiera accanto alle vittime di violenze: “Il sequestro è una tra le maggiori forme di violenza. E’ mio dovere impegnarmi anche su questo fronte”

Silvia si schiera affianco alle donne vittime di violenze e contro il dilagare dei femminicidi, per questo le abbiamo chiesto:

Questo è un momento storico per le donne in politica, abbiamo il primo presidente del consiglio donna, il Partito democratico ha una segreteria donna, eppure sul piano sociale e nella vita quotidiana l’allarme femminicidi ha raggiunto livelli insopportabili. Da donna, da imprenditrice e da persona impegnata in politica come pensi si debba affrontare questa emergenza?

“Guarda io sono una vittima di violenza, perché comunque il sequestro di persona è una forma di violenza tra le maggiori, quindi, per me è un argomento molto delicato, ma pur essendo delicato ho sempre dimostrato molta forza su questi argomenti. E nonostante quello che mi è successo, penso che adesso sia mio dovere impegnarmi anche su questo fronte. E’ chiaro che il mio impegno può essere limitato a quello che può fare un politico, quindi, la cosa più importante per me – intendo anche indicarlo nel mio programma – sarà cercare di attivare delle strutture che possano garantire protezione alle donne vittime di violenza che hanno necessità magari di allontanarsi da situazioni particolari. Poi, ripeto, il tema è molto delicato e bisogna studiarlo bene prima e svilupparlo con le persone competenti per non rischiare di affrontare erroneamente un problema così grave e importante, però il minimo è mettere a disposizione delle donne delle strutture dove possano essere protette”.