Aumentano le truffe legate all’olio di oliva, ogni anno vengono sequestrate notevoli quantità di prodotti falsificati, che non rispondono agli standard di qualità richiesti. Per una maggiore sicurezza sull’acquisto ed il consumo, ecco alcuni consigli utili su come riconoscere le contraffazioni per scegliere con più consapevolezza.
Olio di oliva, come riconoscere quello contraffatto?
L’olio di oliva è una preziosa risorsa, alla base dell’alimentazione mediterranea e con caratteristiche organolettiche preziose per la salute. In particolare quello extravergine, che oltre ad essere un’ottima fonte di grassi è anche ricco di sostanze antiossidanti.
Per questo motivo e per il particolare processo produttivo che non le altera le proprietà, è uno tra i più costosi. E purtroppo anche uno dei prodotti soggetti a frodi alimentari, sofisticazioni, alterazioni e falsificazioni. Solo in Italia si parla di almeno 260mila litri sequestrati in seguito a controlli. L’ultima notizia, del 12 gennaio riguarda proprio una maxi inchiesta dei Nas che ha portato alla denuncia di 26 persone e al ritiro dal commercio di 46mila litri di olio.
Per questo è importante imparare a riconoscere, quali possono essere i segnali che costituiscono un possibile campanello d’allarme già in fase di acquisto. La maggior parte delle frodi riguarda oli di semi con aggiunta di colorante, olio di oliva spacciato per extravergine, o contraffazioni che riguardano caratteristiche e processi di produzione non a norma. Ci sono quindi alcuni fattori da considerare, per evitare una truffa vediamo quali.
Attenzione al prezzo
La prima cosa a cui bisogna fare attenzione quando si acquista una bottiglia di olio di oliva, che sia al supermercato o da aziende agricole, è quella del prezzo. Un buon olio extravergine avrà sicuramente un rapporto qualità prezzo che deve corrispondere.
Se al momento su mercato il prezzo medio è dai 9 ai 12 euro al litro infatti, quando il costo è notevolmente inferiore, questo dovrebbe destare sospetti. Specialmente se si tratta di prodotti acquistati nei negozi della grande distribuzione per i quali spesso non è possibile risalire esattamente al processo produttivo.
Diverso invece è il discorso quando si acquista nei frantoi che possono offrire a volte un prezzo leggermente più basso, e in molti casi anche far vedere ed assaggiare il prodotto prima dell’acquisto. In generale, gli oli di oliva che costano meno di 6 euro dovrebbero destare dubbi nei consumatori.
Leggere l’etichetta
Altro elemento molto importante per evitare di acquistare un olio di oliva contraffatto è quello di leggere bene l’etichetta. Questa come prevede la legge dovrebbe essere ben chiara e riportare alcune diciture obbligatorie. Devono essere presenti le informazioni circa la provenienza delle olive, che possono essere: 100% italiane, comunitarie, o extra Eu. Il tipo di spremitura, e l’area geografica di provenienza. Così come le informazioni sull’azienda produttrice, ragione sociale e indirizzo, che devono essere ben visibili.
Attenzione anche alla presenza del marchio DOP e l’effettiva corrispondenza, come anche il simbolo Bio. La scadenza infine è molto importante per risalire alla data di produzione dell’olio. Questo alimento conserva le proprie caratteristiche inalterate per un periodo massimo di 18 mesi. Quindi più sarà breve la scadenza e più vecchio sarà il prodotto.
Colore, profumo e sapore
Gli altri elementi da considerare per verificare se un olio di oliva è di buona qualità o contraffatto sono quelli che possono essere controllati dopo l’acquisto o in fase di assaggio. E cioè colore, sapore e odore. Che dovranno avere alcune caratteristiche tipiche.
La frode più frequente è quella di vendere un olio di semi con l’aggiunta di clorofilla o betacarotene per dare il colore verde. Il sapore di questo prodotto adulterato però non sarà quello tipico e riconoscibile dell’olio extravergine. Il prodotto contraffatto sicuramente risulterà insipido, con poco odore e privo dell’aroma caratteristico delle olive.
Anche chi non è abituato può riconoscere un prodotto falso, tuttavia il consiglio è quello di confrontarne vari marchi per capire la differenza. Altra cosa da considerare è il colore, e questo può far riconoscere l’olio di oliva di seconda e terza spremitura quando spacciato per extravergine. Un colore più tenue e chiaro, pallido e più tendente al giallo è infatti sinonimo di un parametro non corrispondente.