Mentre il caso Ferragni si arricchisce di nuovi elementi- a finire sotto accusa è ora la collaborazione con Oreo per un’iniziativa di solidarietà lanciata dall’influencer nel 2020- il Governo sta lavorando al ddl Beneficenza, che verrà varato oggi 25 gennaio 2024 in Cdm.

Del tema si è discusso anche durante l’evento “Professione creator. Un quadro normativo e socioeconomico per l’Italia” che si è svolto sempre oggi presso la Camera dei Deputati, organizzato da Assoinfluencer.

Presenti, tra gli altri, anche il deputato di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione cultura, Federico Mollicone, e il deputato di Forza Italia e , componente della Commissione politiche UE Alessandro Cattaneo.

Mollicone sul ddl Beneficenza e il caso Ferragni-Balocco: “La solidarietà va certificata”

“Il tema è caldo e interessante perché di fatto, come sostiene il filosofo della scienza Luciano Floridi, alla quarta rivoluzione che è quella digitale. In questo contesto nascono i nuovi media, come i creator. L’Agcom ha bisogno di monitorare il mercato e capire sopra o sotto soglia di un milione di follower quale e quanto impatto possano avere. Poi ci sono i temi che trattano. Io penso sia positivo l’annuncio del premier Meloni che ha presto il Consiglio dei Ministri si occuperà di questa regolamentazione perché, pur avendo un approccio garantista, il caso Balocco-Ferragni è l’elefante nella stanza: è necessario tutelare i consumatori, i follower sono anche consumatori. Se c’è solidarietà in mezzo, questa va certificata” ha spiegato Mollicone.

Oltre alla falsa beneficenza, ci sono anche il falso engagement e i falsi follower.

“Io penso che su questo aspetto possa intervenire la legge sulla pirateria digitale che porta il mio nome: è pirateria anche falsificare il reale seguito di un creator” ha dichiarato Mollicone.

Cattaneo sul ddl Beneficenza: “Diamo una risposta a un vuoto normativo”

Sul caso Ferragni, e sulla necessità di regolamentazione dell’attività dei content creator, si è espresso anche l’onorevole Cattaneo.

“Senza voler demonizzare, anche un ambito che nasce libero e senza intermediazione, ha bisogno di regole certe, a garanzia degli utenti che diventano anche consumatori. Bello parlarne con i protagonisti, che tutti vediamo sui social e il legislatore. Questo vuol dire che, attraverso il dialogo, possiamo organizzare regole snelle” ha sottolineato.

Per quanto riguarda il ddl Beneficenza, ha spiegato: “Abbiamo voluto dare una risposta a un vuoto normativo: quando si lega un’attività di marketing, legittima, a un’attività benefica, non possono esserci aree di grigio. Il messaggio non può essere frainteso.”