Parla di un’inversione di tendenza il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo oggi, 25 gennaio, nell’Aula Magna della Corte di Cassazione all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Di un processo riformatore in atto in tutto il sistema. Progressi che in parte riconosce anche la presidente della Cassazione, Margherita Cassano, ma con una pesante precisazione. I dati su femminicidi e morti sul lavoro in Italia restano infatti ancora preoccupanti. Un altro fattore di prioritaria importanza lo ricorda lo stesso Nordio e riguarda le condizioni di vita dei detenuti che necessitano di miglioramenti.

Apertura dell’anno giudiziario: Nordio parla di progressi, ma Cassano ricorda femminicidi e morti sul lavoro

All’evento prende parte anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Come lo scorso anno manca invece la premier Meloni. E la presidente Cassano entra nella storia, diventando la prima donna ad aprire l’anno giudiziario.

Proprio a Mattarella si rivolge Nordio quando parla del rispetto di quel processo riformatore.

Ora – dice – gli effetti cominciano a manifestarsi in termini di abbattimento dell’arretrato e di riduzione dei tempi di definizione dei processi. Questo sarà l’anno delle conferme delle opportunità che abbiamo di entrare in una nuova fase in cui la giustizia è forza motrice di una rinnovata crescita del Paese.

Sulla condizione carceraria:

I nostri padri costituenti hanno sancito la funzione rieducativa della pena, principio che intendiamo perseguire per mezzo del lavoro per le persone private della libertà. Operiamo al contempo per migliorare le condizioni complessive degli istituti penitenziari, in cui migliaia di servitori dello Stato prestano ogni giorno il loro servizio.

Dopo le critiche dei giorni scorsi dall’Anm, Nordio si sofferma infine sui numeri.

Nel 2023 sono entrate in servizio più di 4.000 unità di personale amministrativo. Parliamo del 10% della intera dotazione organica. Inoltre sono in definizione tre concorsi per 1.300 posti di magistrato ordinario.

Cassano sui femminicidi: “L’impegno di polizia giudiziaria e magistratura non bastano senza una prevenzione culturale”

Anche la presidente Cassano cita numeri e percentuali. In questo caso quelli dei processi.

Sono aumentati dell’8,3% quelli in primo grado e del 10,6% quelli in appello. Il “disposition time” è sceso, in tribunale, a 310 giorni, rispetto ai 386 del periodo precedente e, in corte d’appello, a 689 giorni rispetto agli 815 del periodo precedente. È quindi possibile parlare di conseguimento degli obiettivi fissati dal PNRR, pari, rispettivamente, a 282 giorni per i tribunali e a 601 giorni per gli uffici di secondo grado.

Ma i problemi certo non si cancellano.

In un moderno Stato di diritto non è tollerabile che si continui a morire di lavoro.

E la presidente chiama tutti alla massima attenzione sul tema della violenza sulle donne.

Un forte impegno della polizia giudiziaria e della magistratura non è sufficiente. Esso deve essere infatti preceduto da una forte azione di sensibilizzazione e prevenzione culturale e sociale e da azioni di ampio respiro che coinvolgano non solo la famiglia e la scuola, ma l’intera collettività e siano in grado di incidere sulle cause generali di questa drammatica involuzione delle relazioni interpersonali. In cui sulla dimensione affettiva prevalgono tragicamente l’idea del possesso e del predominio sulla donna e il disconoscimento dell’uguaglianza di genere. Occorre, inoltre, promuovere l’indipendenza economica delle donne, in quanto non può esservi libertà di denuncia senza la libertà dai bisogni primari.